Come sappiamo, le norme di comportamento relative a Facebook sono piuttosto rigide in fatto di pubblicazione di foto osè e violare queste regole può significare il blocco del proprio profilo.


Questo è il motivo per cui Caterina Cavina, celebre scrittrice e sostenitrice del cosiddetto stile 'curvy' (taglia dalla 48 in su...), si è vista sospendere dal popolare social network: attenzione, però, perchè i motivi, secondo la Cavina, non sarebbero da ricondursi all'aspetto del pudore bello e buono.


Ricapitoliamo i fatti: Caterina Cavina aveva posato senza veli, qualche anno fa, per il celebre fotografo Giuliano Gardenghi: si è trattato di scatti artistici, che non avevano alcuna intenzione di essere volgari o provocatori. Eppure, una di queste foto, pubblicate sul suo profilo, è stata oggetto di segnalazione con conseguente blocco temporaneo dell'account.


L'accusa dell'autrice del libro intitolato "Le ciccione lo fanno sempre meglio" è quella di essersi vista censurata a causa dei suoi chili in eccesso, da qualcuno che lei stessa ha definito "obesofobo", da qualcuno, cioè, che non sopporta la visione di una persona in eccesso di peso. La motivazione della sospensione infatti è stata: "“Non dovresti far vedere che una persona grassa può essere anche bella. Fai pubblicità all’obesità che è una malattia."


Precisando, tra l'altro, che la foto è stata pure esposta in varie rassegne d'arte, Caterina Cavina si è scagliata contro le norme, a suo giudizio, discriminatorie di Facebook che 'accetta' volentieri le foto discutibili di modelle, escort e di altre signore che si atteggiano a 'selfie' provocatori, condannando invece un semplice nudo artistico, solo perchè considerato come "nudità cicciona".