"Per amore del mio popolo" è il nome del Film sulla storia di don Giuseppe (Peppe) Diana in onda martedì 18 e mercoledì 19 marzo 2014 su RAI Uno alle 21.10, con Alessandro Preziosi nei panni del sacerdote casertano. Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, è anche il giorno in cui don Diana fu ucciso dai killer della camorra. Il giorno del suo onomastico, di mattina presto, prima della Messa, prima di indossare la talare e i paramenti sacri. Prima di spararlo chiesero ai presenti: "Chi è don Peppino?". Lui rispose: "Sono io...". Morì ucciso da 5 colpi di pistola ravvicinati a neanche 36 anni.

Il film viene proposto a vent'anni esatti dalla sua morte, ed è inserito nel Programma del ventennale 1994-2014 - "Venti di cambiamenti", organizzato dal Comitato don Peppe Diana, del quale si può prendere visione sul sito dongiuseppediana.com.

"Per amore del mio popolo" un documento rivoluzionario

Il titolo del film nasce da un documento scritto nel 1991 e diffuso quello stesso Natale nelle parrocchie di Casal di Principe (CE) e dei paesi limitrofi, appartenenti alla Forania (zona pastorale) di don Peppe Diana.

Il testo conteneva una denuncia rivoluzionaria per quegli anni contro la camorra, considerata "una forma di terrorismo", uno "stato deviante" che ha preso il posto delle Istituzioni.

Una denuncia forte dell'assenza dello Stato e delle istituzioni locali corrotte. Ma anche un appello alla cittadinanza ed agli intellettuali "finora troppo assenti da queste piaghe". In effetti nessuno aveva il coraggio di schierarsi contro i prepotenti della camorra, la cui risposta era la repressione nel sangue di chiunque agiva contro le loro "leggi".

Il personaggio. Don Giuseppe Diana

Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe (CE), il 4 luglio 1958. Frequenta le scuole elementari presso le suore di Sant' Anna, le quali lo indirizzano verso il seminario. Ragazzo studioso e vivace, si distingue per le sue capacità e doti tanto che i superiori decidono di fargli studiare la teologia a Roma.

E questo un momento difficile per Giuseppe, che decide di interrompere il suo percorso per riprenderlo alcuni anni dopo. Diventa sacerdote nel mese di marzo del 1982.

Inizia da subito ad occuparsi del territorio, aiutando gli extracomunitari sfruttati, denunciando il racket delle estorsioni ai danni dei commercianti. Denuncia gli atti di violenza dei camorristi e si impegna in un riscatto sociale per la gente di Casal di Principe. La sua testimonianza concreta di vita evangelica gli costerà la vita.