Il simpatico e preparato Luciano Onder non potrà più parlarci dei problemi della prostata e in generale della nostra salute, dispensandoci rimedi e consigli come faceva da ormai 35 anni sulle reti Rai. La sua storica trasmissione, Medicina 33, non andrà più in onda. Il motivo è prettamente contrattuale: la nuova regola prevede che gli ex dipendenti Rai non possono più avere contratti di collaborazione, e così il contratto in scadenza di Onder, andato in pensione nel 2008, non è stato rinnovato. L'interessato si è detto dispiaciutissimo perché è avvenuto tutto all'improvviso.

Ma intervistato dal Corriere della sera, il simpatico presentatore con un timbro di voce che andrebbe bene anche per doppiare i cartoons, denuncia anche il fatto che è una norma che non vale per chi collabora con la Rai ma non è mai stato realmente assunto. E poi - aggiunge ironicamente - "se si ragiona in base all'età allora bisognerebbe mettere da parte mezza Rai". Inoltre, Onder critica il fatto che la Rai metta in soffitta gli anziani senza però al contempo preparare bene i giovani. E sottolinea, ancora sarcasticamente, che la Rai dovrebbe fare più caso ai "congiuntivi che all'età".

La sua carriera nella Tv di Stato è stata singolare: laureato in Storia contemporanea, ha iniziato a lavorare in Rai in trasmissioni dedicate alla Storia; ma poi trovò più spazio nel settore della medicina, pur, testuali parole, "non conoscendo la differenza tra una ghiandola e l'altra".

Poi la Laurea in Medicina e Chirurgia gli è stata assegnata honoris causa. Conclude dicendo che riceve molti attestati di stima e che da un'indagine della Rai è emerso che quanto a credibilità e qualità del servizio offerto, Medicina 33 è risultata al primo posto. Ma la Rai l'ha soppressa, così come fatto con le trasmissioni di Carlo Lucarelli, Silvestro Montanaro, o Andrea Vianello.

Col primo che parlava dei misteri d'Italia; il secondo delle ingiustizie nel Mondo; il terzo delle truffe ai poveri cittadini ignari. Via dunque a talent e fiction a manetta. A questo punto, anche alla luce degli spazi pubblicitari sempre più ampi e quasi paritetici rispetto alle Tv private, sarebbe giusto rimuovere il Canone. Che viene giustificato per finanziare le trasmissioni di qualità. Le quali, ormai, a Viale Mazzini sono merce rara.