Game of Thrones sta per terminare; la Serie TV che ha riscosso successi in lungo e in largo conoscerà la sua fine dopo otto lunghe e appassionanti stagioni. Fra appena due puntate, finalmente, sapremo chi siederà sul tanto agognato trono di spade per guidare i sette regni di Westeros.
Il terzo episodio della serie è stato zeppo di contenuti. Abbiamo visto la battaglia di Grande inverno tra l'orda degli estranei e il muro difensivo di Immacolati e Dothraki eretto davanti al castello degli Stark, sofferenti e decimati, ma resistenti e infine vittoriosi.
Abbiamo assistito alla morte di alcuni personaggi secondari e al ritorno inaspettato della donna Rossa, profetica e misteriosa.
Un episodio davvero bello, avvincente, che ci ha lasciato a bocca aperta, colmo di quella incalzante narrazione di cui non c'è traccia alcuna nei primi due episodi di questa stagione finale.
La quiete dopo la Tempesta
Dalla quarta puntata, appena andata in onda, si ritorna ad un ritmo più blando, con due colpi di scena. Un episodio che fa da tramite tra la fine della guerra contro gli estranei e l'imminente conflitto tra Daenerys con i suoi malconci alleati ed i Lannister della regina Cersei.
In questo episodio non vediamo l'azione e il furore della puntata precedente, ma troviamo alcuni spunti di buon interesse.
Uno fra tutti è la brama di potere della Madre dei Draghi, esplosa in tutta la sua rabbia e ossessionata dalla conquista di un trono agognato da tutta una vita. Daeneys decide di fare la sua mossa, scossa dalla notizia di Jon Snow, (che in realtà si rivela essere Aegon Targaryen, suo nipote) e dalle attenzioni tributate da tutto il popolo del nord a quello che è il legittimo erede al trono dei sette regni.
La Khalisi che avevamo imparato ad apprezzare nelle stagioni precedenti non esiste più. Questo personaggio è cambiato decisamente e punta dritto alla sua meta senza badare a niente.
Se lo scopo che l'ha spinta fino a qui era, almeno inizialmente, regnare in maniera giusta dando prosperità e libertà ai suoi sudditi, adesso le cose sono cambiate e di parecchio.
Il fine giustifica i mezzi
Il fine è il potere, è raggiungere il comando ad ogni costo, anche se questo potrebbe significare il sacrificio di migliaia di innocenti. Questo aspetto diviene punto di riflessione per tutti gli appassionati della serie che vedono una regina accecata dalla rabbia (a buon diritto) e disposta a tutto pur di distruggere Cersei e divenire la regina incontrastata.
La domanda che ci lascia in eredità questa puntata è: non sarebbe meglio un re giusto e riflessivo come Jon Snow, o se preferite Aaegon Targaryen? Mancano tre ore alla soluzione di questo e altre quesiti, due puntate e conosceremo l'epilogo di una serie tv indimenticabile.