Ossa di tigre nel vino cinese. La notizia sembrerebbe di quelle farlocche che circolano sui social network a mo' di bufala. Invece una delle fonti è l'autorevole giornale britannico The Independent e la petizione "Save the Tigers" del Wwf è solo l'ennesima conferma di un "attacco alla tigre" in atto in Cina e in gran parte dell'Asia.

Le radici del vino cinese con ossa di tigre

La tradizione culturale vuole che le ossa di tigre, macerate in un liquore a base di riso, abbiano effetti positivi contro i reumatismi, risultando inoltre un potente afrodisiaco.

Ovviamente non c'è alcuno studio capace di suffragare questa credenza. Resta il fatto che il vino cinese, il wine bone tiger, a base di ossa di tigre sia molto appetito dalle élite economiche di Pechino. I più benestanti, infatti, sono disposti a spendere la cifra di 150 dollari per assicurarsi una preziosa bottiglia. Insomma, il prodotto è diventato uno status symbol da ostentare.

Il divieto del vino con ossa di tigre

Eppure dal 1993 une legge vieta l'uso di questo prodotto, che però viene facilmente aggirato. Infatti sul prodotto non c'è un esplicito riferimento alla presenza di ossa di tigre, ma solo un vago richiamo per far comprendere all'acquirente che si trova di fronte alla "miracolosa pozione" afrodisiaca.

Gli attivisti hanno accusato il governo cinese di non far rispettare la normativa, che peraltro presenterebbe alcuni aspetti non proprio chiari. Così gli imprenditori di "vino cinese" proseguono l'attività che risulta anche redditizia. Sempre secondo il giornale The Independent, un lavoratore di una società che commercializza il prodotto ha spiegato che il loro lavoro non è illegale, in quanto attendono la morte per cause naturali delle tigri.

Le proteste e la petizione Save the Tigers

Il Wwf si è fatto portabandiera del problema, lanciando la petizione Save the Tigers, sostenuta anche dalla star di Hollywood Leonardo Di Caprio. L'organizzazione ambientalista sottolinea l'emergenza: cento anni fa le tigri selvatiche erano oltre centomila, mentre oggi se contano appena 3.200.

Secondo le stime del Wwf, poi, almeno mille tigri sono state uccise in Asia per la commercializzazione di "prodotti" di vario tipo. La denuncia è anche rivolta alle "tiger farm", le fattorie in cui vengono cresciuti i felini che spesso vengono destinati al mercato nero o alla produzione del vino cinese, il famigerato wine bone tiger.