Eh già, il buon vino per le feste natalizie e di fine anno non possono mancare. Così un'associazione a delinquere ha ben pensato di concedersi l'affare del secolo, ma la banda che operava tra la Toscana e la Campania è stata sgominata dall'irruzione dei carabinieri del Gruppo tutela della Salute di Roma e NAS di Firenze in un'operazione coordinata dall'antimafia del capoluogo toscano.

Gli inquirenti dell'oprazione “Bacco”hanno rinvenuto e sequestrato Vino scadente, adulterato e venduto come se fosse Doc. Le bottiglie contraffatte di Chianti Doc, Brunello di Montalcino e Rosso di Sassicaia venivano commercializzate in Italia e all'estero a ignari acquirenti.

Il corso delle indagini

Le indagini ben segretate erano cominciate circa 2 anni fa quando la denuncia di un ristoratore fiorentino, alla quale allegava due bottiglie di vino adulterato, iniziava a circolare tra i militari assegnati al caso sotto il coordinamento della Procura di Firenze. Nel tempo erano stati sentiti e perquisiti tutte le aziende agricole e cantine della zona, Umbria, Lazio e Campania finché l'accumulo di indizi certi non gli abbia portato all'arresto di oltre dieci loschi personaggi.

Ora, lo sforzo congiunto delle forze dell'ordine finalmente ha avuto la meglio, riuscendo a individuare un'azienda agricola dell'empolese dove i malavitosi imbottigliavano ed etichettavano il vino scadente per poi immetterli sul mercato.

Tre nuovi arresti

L'associazione a delinquere era composta di varie persone, alcune arrestate nel corso delle indagini, mentre ora la stessa sorte è toccata al titolare di un'azienda agricola di Empoli che aveva presentato, tempo addietro, un concordato preventivo presso il Tribunale. Inoltre, l'azione allargata ha portato anche all'arresto di due individui campani che procuravano tutto il necessario alla contraffazione.

Etichette, fascette, scatole di cartone e persino le capsule marchiate identiche agli originali.

Ognuna di queste persone e le altre ritenute responsabili di un delitto che poteva occasionare anche delle morti per avvelenamento avevano uno specifico ruolo all'interno dell'organizzazione, compreso l'acquisto fraudolento di società in crisi.