Il 29 marzo presso il Tribunale di Reggio Calabria, quaranta imputati protagonisti delle inchieste "Mammasantissima, Fata Morgana, Reghion, Alchimia, Sistema Reggio" verranno rinviati a giudizio con rito abbreviato, i quali ripercorreranno le storie criminali che dal 2006 sino ad oggi hanno mietuto vittime nel territorio nazionale. L'operazione Gotha ha sventato le più importanti famiglie reggenti della 'Ndrangheta, portando alla luce i legami con i Gran Maestri delle logge massoniche, il quale connubio è andato diramandosi nel corso del tempo, finanche nei Templari e nel Vaticano, ai tempi di Giovanni Paolo II.

In aula verranno citati i nomi dell'avv. Giorgio De Stefano, Angelo Frascati, il collaboratore di giustizia Roberto Moio, l'avv. Paola Colombini, l'ex sindaco Antonio Messina, Giovanni Pellicano, Nuccio Idone, ed il commercialista Giovanni Zumbo.

Gli albori della massomafia e dell'inchiesta Gotha

11 aprile 2006. Viene arrestato in quel di Corleone, il boss Bernardo Provenzano. La data segna la fine di una latitanza durata ben 43 anni, ed asserisce l'accezione della giustizia regolatrice, proprio quella dipinta dal filosofo greco Aristotele. Poco dopo l'arresto di Provenzano, tredici famiglie consolidate nella cosca siciliana e diramate nel palermitano, vennero sventate nell'aprile dello stesso anno, in virtù dell'operazione antimafia Gotha.

Le intercettazioni tra gli esponenti dell'associazione, resero possibile il primo blitz, apportando così in aula 72 imputati e più di 50 arresti, capeggiati dal pm Giorgio Morosini. Le condanne furono severe, previdero infatti svariati ergastoli, per tali accuse: associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione dei segreti d'ufficio.

Tra gli incriminati, spiccano il senatore Stefano Caridi, l'ex sottosegretario Alberto Sarra, l'ex deputato Paolo Romeo ed il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa. Il senatore si costituì in quel di Rebibbia, successivamente alla condanna autorizzata da Palazzo Madama. Nella rete di Caridi, ebbe un ruolo efficiente anche il parroco di Polsi, Giuseppe Strangio.

Fungeva infatti da mediatore tra gli esponenti delle Forze dell'Ordine e gli adepti della 'Ndrangheta. La seconda tranche del processo arriva qualche anno più tardi, il 24 giugno 2011: la Corte d'Assise di Messina, emana quattordici condanne per il clan dirigente di Barcellona Pozzo di Gotto, decapitando l'illecita egemonia territoriale, che ha visto omicidi di lupara bianca ed estorsioni, per la quale dovettero rispondere alle accuse anche i pentiti, nelle persone di Santo Gullo, Alfio Casiro e Carmelo Bisognano. Nell'operazione vennero sequestrati beni per 150 milioni di euro. Dal processo Gotha 3, sino al penultimo, l'attore principale fu l'avv. Rosario Cattafi, Capo Mafia della cosca barcellonese, che gestì infatti il capitale destinato agli appalti pubblici, come l'autostrada Messina-Palermo, teoria confermata dai collaboratori dei Santapaola.

Le aule bunker vennero invase dalle più rinomate figure politiche, cattedratiche e ministeriali, per la quale totalizzarono complessivamente 400 anni di carcere. Le atroci condanne, portarono al pentitismo di molteplici soggetti, che dovettero comunque prendere in carico i reati compiuti, come Carmelo D'Amico, compare dei calabresi, nonchè massone. Il fenomeno della massomafia, ha avanzato all'unisono con le associazioni mafiose, in particolare con la 'Ndrangheta, tanto da stilare numerosi fascicoli nell'inchiesta Gotha.