I bonus cultura 2017 da 500 euro previsti per i ragazzi diventati maggiorenni nel 2016 e nel 2017 e messi in atto dalla legge di bilancio del 2017 dal governo Renzi prima e poi dal governo Gentiloni, venivano convertiti in denaro da alcune librerie ed esercizi commerciali abilitati allo sfruttamento di questa opportunità per i ragazzi nati nel 1998 e nel 1999. Questo è quanto messo in luce da un servizio di Luca Abete a Striscia La Notizia, popolare tg satirico delle reti Mediaset, nel quale si vedono alcuni dialoghi registrati con delle telecamere nascoste da alcuni attori che si sono recati nelle librerie per ottenere informazioni su come spendere questi bonus.

Dai dialoghi emerge chiaramente come alcuni esercizi commerciali spingessero per non spendere i soldi in cultura, ma dividendo i soldi del bonus tra i diciottenni e gli stessi gestori che intascavano una lauta percentuale a seconda dei casi.

I bonus convertiti in denaro

Fatta la legge e trovato l'inganno come direbbe un popolare proverbio italico, che trova la sua più proverbiale applicazione in qualche luogo dello stivale della nostra penisola. Infatti il bonus di 500 euro previsto dall'allora governo Renzi era da spendere in eventi culturali come l'acquisto di biglietti per cinema, teatri, mostre, ma anche in libreria invogliando così i ragazzi a tornare ad assaporare il profumo della carta e il peso dei volumi da leggere per piacere.

Alcune di queste librerie però, come mostrato da Luca Abete a Striscia La Notizia nell'edizione di giovedì 18 maggio 2017, trovavano un accordo, in maniera fraudolenta, con gli aventi diritto che si presentavano in negozio.

Infatti invece di elargire il buono per un controvalore di 500 euro da spendere in materiale didattico per la scuola o l'università o semplicemente per l'acquisto di libri, proponevano l'idea di convertire il buono in denaro contante, trattenendo per sé una lauta percentuale che variava dal 30% fino ad arrivare al 50%.

In pratica sui 500 euro del bonus, in alcuni casi 300 euro venivano dati in contanti agli aventi diritto e la restante parte rimaneva "pulita" nelle casse delle librerie. In altre circostanze come documentato, si faceva a metà in un cosiddetto "fifty-fifty" che metteva d'accordo tutti. "Io vi dò 250 euro, l'altra metà resta a me, poi devo fare la fattura che hai comprato i libri.

Lo hanno fatto già altre librerie e abbiamo aderito anche noi, anche se è una cosa che non si potrebbe fare" sono alcune delle parole rilasciate dagli esercenti agli attori del programma televisivo che si presentavano con delle telecamere nascoste, per chiedere informazioni su come spendere il buono cultura da 500 euro. Un malcostume italico, ancora una volta messo in luce da Striscia La Notizia per un'iniziativa che doveva invogliare alla cultura di poeti e scrittori e invece spingeva alla cultura del più furbo.