Le tensioni internazionali sembrano spostarsi nuovamente sulla Siria dove, a tutti gli effetti, è in corso la fase decisiva dela guerra all'Isis e, con essa, viene condotta anche la rinnovata guerra fredda tra Stati Uniti e Russia. Tutto tace sul fronte est, la penisola coreana sembra godere di uno stato di calma apparente, ma per molti si tratta della quiete prima della tempesta. Quanto accaduto negli ultimi mesi nel Mare del Giappone è stata come una pericolosa partita a poker. A rialzare la posta, mano dopo mano, è stato certamente Kim Jong-un.

Il dittatore nordcoreano ha proseguito senza colpo ferire la sua politica provocatoria, il governo di Pyongyang ha effettuato praticamente indisturbato i suoi test missilistici nonostante le 'pressioni' della comunità internazionale. Le ultime notizie che giungono dalla Corea del Nord non sono rassicuranti per gli States. Il regime avrebbe testato un nuovo motore per missili intercontinentali ed il vetttore in questione potrebbe essere in grado di raggiungere direttamente il territorio americano con una testata nucleare. Il condizionale è d'obbligo, quanto avviene a Pyongyang e dintorni non è certamente alla luce del sole e, pertanto, è difficile verificare lo stato di avanzamento del citato progetto.

Di contro, c'è comunque la certezza che il piccolo Stato comunista possiede armi balistiche a medio raggio che possono colpire indifferentemente Corea del Sud e Giappone.

Disponibili a negoziare, ma anche no

Recentissime notizie, provenienti dal continente asiatico, hanno fatto trasparire una Corea del Nord più aperta al dialogo.

Lo scorso 21 giugno Kye Chun-yong, ambasciatore di Pyongyang in India, ha lasciato intendere in un'intervista rilasciata ai media locali la disponibilità di eventuali negoziati con gli Stati Uniti, circa la sospensione delle attuali politiche nucleari del Paese. Naturalmente il regime pone le proprie condizioni, tra queste la fine delle esercitazioni militari e della massiccia presenza di truppe ed armi statunitensi nella vicina Corea del Sud.

Su questa base è comunque difficile che possa aprirsi un dialogo con Washington. Il successivo articolo comparso su Rodong Sinmum, organo di stampa ufficiale del governo nordcoreano, sembra inoltre spezzare sul nascere qualunque ipotesi distensiva in tal senso. "Condurremo tutti gli sforzi possibili per rafforzare la nostra difesa nazionale e la capacità nucleare è la nostra spina dorsale. Se davvero la Corea del Sud vuole la pace - prosegue l'articolo - non deve contrastare i nostri programmi di sviluppo nucleare, ma le trame degli Stati Uniti". Parole che sono state citate dall'agenzia di stampa sudcoreana, Yonhap News.

Tregua olimpica tra le due Coree?

La guerra tra le due Coree non è mai cessata del tutto e la tensione al 38° parallelo è altissima da ben 67 anni, da quando le truppe del Nord occuparono la parte meridionale della penisola dando inizio a tre sanguinosi anni di guerra.

Era il 25 giugno del 1950, tre anni dopo sarà firmato l'armistizio. Nei giorni in cui ricorre l'anniversario, arriva dallo sport una possibile opportunità di disgelo. Nel corso della cerimonia di apertura dei Campionati Mondiali di taekwondo che si svolgono a Muju, in Corea del Sud, il presidente Moon Jae-in ha formalmente invitato il governo nordcoreano a considerare l'ipotesi della propria partecipazione ai Giochi Olimpici invernali che si terranno a Pyeongchang dal 9 al 25 febbraio del prossimo anno. "La partecipazione di una delegazione della Corea del Nord alle Olimpiadi nel nostro territorio - ha detto Moon - potrebbe contribuire ad incarnare i valori di amicizia e di pace". A rafforzare la mano tesa del nuovo presidente sudcoreano è inoltre una notizia comparsa su 'The Guardian'.

Il quotidiano britannico ha prospettato la possibilità che le gare di sci alpino delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang possano disputarsi in Corea del Nord. La proposta sarebbe partita dal ministro dello sport di Seoul, Do Jong-hwan e, in tal senso, il prossimo 3 luglio ci sarà un incontro tra il presidente Moon Jae-in ed il numero uno del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach.

Selezioni coreane miste

Il ministro Do Jong-hwan ha inoltre aperto la porta ad un'altra eventualità, quela che le giocatrici di hockey su ghiaccio della Corea del Nord possano essere inserite nella Nazionale del Sud. Una selezione mista non sarebbe una novità assoluta: le due Coree parteciparono ai Mondiali di Calcio Under 20 del 1991 sotto un'unica bandiera, fu la prima ed unica volta.

E, relativamente al calcio, arriva un'altra proposta 'pacificatoria' da Moon Jae-in: quella di una candidatura comune per i Mondiali del 2030 (la kermesse iridata celebrerà nella circostanza il suo primo secolo di vita, ndr) che veda coinvolti, oltre al suo Paese, anche Cina, Giappone e Corea del Nord.