Stipendi e compensi. Anche se nel periodo attuale è già difficile trovare un impiego. Repubblica e l' Osservatorio Jopricing hanno stilato una classifica basata sulleretribuzioni annue lorde, evidenziando ancora di più il solco tra Nord e Sud. Nel meridione si guadagna di meno e tutte le regioni del Mezzogiorno sono fuori dalla top ten. Un dato allarmante, il quale evidenzia lo strappo netto, inconcepibile nel 2015. Soprattutto in un periodo delicato per l'economia nazionale.

La Lombradia è la regione più 'ricca'

Secondo i dati forniti dal sondaggio, la Lombardia è la regione dove si percepisce uno stipendio medio annuo più alto rispetto le altre zone d'Italia (ovviamente bisogna considerare la cifra al lordo).

Le cifre si aggirano intorno 31.179 € di media e la città lombarda più remunerativa è ovviamente Milano, il centro finanziario più importante della penisola.

Nella top five troviamo anche il Lazio (quarto posto): un bel dato per gli abitanti di questa regione, spesso alle prese con le scorie della crisi economica e con la mancanza di impiego. Al secondo posto si piazza il Trentino-Alto Adige, con stipendi medi intorno ai 31.000€, mentre al terzo posto troviamo l'Emilia Romagna, con stipendi medi inferiori ai 30.000 €. Anche la Valle d'Aosta rientra nelle prime cinque posizioni, con una media di 29.483 €.

Ancora netta la differenza tra Nord e Sud

In un periodo di grande fermento economico, con la Legge di stabilità da approvare e discussioni su Pensioni ed esodati, troviamo ancora una netta differenza tra il Settentrione e il Meridione.

La classifica evidenzia ancora questa differenza, con la Campania (prima regione del sud nella classifica) che si piazza solamente al 12esimo posto, con circa 5.000 euro annui di differenza rispetto alla Lombardia.

La regione più "povera" a livello di stipendi annui medi è la Calabria: un lavoratore calabrese percepisce circa 23.000€ all'anno. È pur vero che in alcune regioni il costo della vita è relativamente basso rispetto ad altre, ma la differenza di circa 8.000 € è inaccettabile, soprattutto in un periodo di grande cambiamento.