Si profila una dura divergenza di opinioni tra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano. L'oggetto della discordia è la famigerata questione dell'età pensionabile: dovrebbe rimanere così, ferma ai 67 anni, oppure dovrebbe essere abbassata di qualche anno, favorendo il ricambio generazionale del lavoro? Vediamo.



Riforma pensioni, esodati, Cesare Damiano contro Giuliano Poletti

Abbassare l'età pensionabile come in Germania sembra essere uno dei punti cardine del programma di Cesare Damiano che, rivolgendosi indirettamente al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, pone l'indice sul delicato problema dell'occupazione giovanile.

Secondo Damiano, sarebbe necessario, quantomeno, reintrodurre le quote, seppur con qualche eventuale aggiustamento, restituendo nuovamente quella flessibilità sull'età pensionabile, accantonata dalla riforma Fornero.



Di tutt'altro parere, invece, Giuliano Poletti che continua a rimanere fermo nell'opinione che l'età pensionabile non sia da toccare e lo scontro potrebbe arrivare sull'altra questione particolarmente 'scottante' che riguarda gli esodati.

Ne sapremo certamente di più il prossimo 23 giugno quando si darà il via alla Camera alla proposta formulata da Cesare Damiano in merito al problema degli 'esodati': il punto chiave che sarà, senz'altro, oggetto di estesa discussione riguarderà l'estensione della salvaguardia anche a vantaggio di quei lavoratori che stanno beneficiando della mobilità, in base a quegli accordi sindacali stipulati entro il 2011 e che abbiano maturato i requisiti per ottenere la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità. 
Inoltre, secondo il progetto di legge Damiano, la salvaguardia potrebbe venire estesa anche a quei lavoratori che hanno concordato la risoluzione del proprio rapporto di lavoro (unilateralmente o mediante accordi) e che maturino il requisito per andare in pensione entro il prossimo 6 dicembre 2014.