Ritorna l'approfondimento sulla riforma Pensioni 2015 e il mondo del lavoro. Ieri è stata una giornata fondamentale per tutti i lavoratori italiani, con l'approvazione da parte della Camera del Jobs Act, il cui testo ora tornerà al Senato. Drammatica tra virgolette la votazione alla Camera, con il disegno di legge delega che ha ottenuto 316 sì e 6 no. Il Governo non ha avuto bisogno di porre la fiducia e adesso il testo torna nuovamente al Senato con diverse modifiche. Dicevamo che è stata una votazione drammatica perché il Partito democratico ha dovuto fare i conti con la minoranza guidata, tra gli altri, da Giuseppe Civati, Gianni Cuperlo e Stefano Fassina, che ha deciso di non votare il Jobs Act (si parla anche di due no, quelli di Luca Pastorino e dello stesso Civati).

Oltre a loro si segnala anche l'assenza di un gruppo composto da 11 deputati del partito democratico che non erano in Aula al momento della votazione, e tra loro anche l'ex presidente del Consiglio Enrico Letta. 

Riforma pensioni 2015, Jobs Act, news oggi 26 novembre: Renzi esulta ma...

Prima di concentrarci sulle ultime notizie inerenti alla riforma delle pensioni, proseguiamo nell'analisi delle dichiarazioni della serata di ieri riguardanti la votazione del Jobs Act alla Camera. In primis quelle di Matteo Renzi, capo del Consiglio, che su Twitter utilizzando l'hashtag #lavoltabuona (manco Max Pezzali sarebbe arrivato a tanto) ha voluto ringraziare tutti i deputati del Pd che hanno votato a favore del Jobs Act, ritwittando poco dopo un tweet del gruppo Pd che diceva "più tutele, solidarietà e lavoro".

Non la pensa così la minoranza del partito, che ha scelto di non prendere parte alla votazione del disegno di legge delega, arrivando così pubblicamente allo scontro con il resto del Pd e in particolare con Matteo Renzi. Eloquenti le dichiarazioni rilasciate nel corso della conferenza stampa sul Jobs Act tenuta ieri dalla minoranza del Partito democratico.

Sottolineiamo il "carico" del deputato Stefano Fassina su Renzi, il quale ha ribadito come gli interventi del Premier non aiutino la pace sociale ma che anzi alimentino le tensioni corporative e sovversive. In merito al Jobs Act critico anche Nicola Fratoianni di Sinistra Ecologia e Libertà, che su Twitter ha affermato come il ddl delega sia contro i diritti dei lavoratori e non favorisca in alcun modo l'occupazione, chiedendo a gran voce ai parlamentari dissidenti del Partito democratico una posizione netta contro il testo di legge. 

Riforma pensioni 2015, legge Fornero, news oggi 26 novembre: Padoan difende la riforma pensioni della Fornero

Tornando al dibattito sulla riforma pensioni 2015 e sull'ormai tristemente celebre legge Fornero, non possono essere trascurate le dichiarazioni dell'attuale Ministro dell'Economia Padoan, il quale ha celebrato l'impianto della legge in una lettera inviata ai Commissari europei Moscovici e Dombrovskis, sottolineando come sia uno strumento fondamentale per il controllo della spesa pubblica, dichiarazioni che non faranno certamente piacere ai lavoratori italiani e in particolar modo agli esodati della scuola, che per colpa della riforma pensioni Fornero non sono potuti andare in pensione.

Di contro Salvini, artefice del referendum per l'abolizione della riforma Fornero, ha ripetuto due sere fa a Porta a Porta da Bruno Vespa la necessità della cancellazione della precedente riforma pensioni del Governo Monti in modo da far ripartire l'Italia, dichiarazioni che prendono ancora più peso se consideriamo l'investitura ufficiale da parte del numero uno di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ha definito Salvini un goleador.