I magistrati sono dipendenti pubblici che esercitano funzioni delicatissime, potendo incidere pesantemente sulla vita delle persone e delle aziende, e sono ben remunerati, ma il servizio giustizia lascia molto a desiderare, tant'è vero che l'Italia è in coda a tutte le classifiche in materia. La qualità professionale dei magistrati non è in discussione, ma quello che assolutamente non va è l'organizzazione del lavoro degli uffici giudiziari e la produttività degli operatori, troppo spesso lasciati soli, per un preteso rispetto della loro necessaria indipendenza.

Sappiamo bene che l'indipendenza del giudice è un valore assoluto; ma essere indipendenti nel giudicare non vuol dire fare quello che si vuole. E, senza considerare i grandi temi dell'esercizio delle funzioni giudiziarie, come l'obbligatorietà dell'azione penale o la gerarchia dell'ufficio della pubblica accusa, ci si può riferire, ad esempio, alla redazione e al deposito delle sentenze. Si sa che le sentenze devono essere ben motivate per dar modo al cittadino di ricorrere ad altro giudice, nel rispetto di un altro principio fondamentale, quello del doppio grado di giudizio, ma non dovrebbero essere né esercizi dottrinali né repertori di giurisprudenza. Per ciò gioverebbero degli schemi logici e delle tracce vincolanti, che renderebbero più agile il lavoro.

Come è noto, i passaggi essenziali di una sentenza sono, dopo i riferimenti generali: 1. le pretese dell'attore o i fatti a base del giudizio; 2. le posizioni delle parti; 3. i fatti provati; 4. la valutazione del giudice sui fatti provati e sulle posizioni delle parti relative alla classificazione giuridica dei fatti; 5.

la decisione; e vanno sviluppati in maniera sufficiente, esaustiva, congruente ma sintetica. Così l'officina giudiziaria, come viene chiamata in Spagna, potrebbe essere meglio gestita da un Segretario che, essendo qualificato, potrebbe svolgere anche talune funzioni giudiziarie o, come in qualunque ufficio, da un manager avente soltanto compiti di gestione della struttura e del personale ausiliario.

Tuttavia, nell'attuale contesto, le ferie dei magistrati non sono un gran problema. Il problema è l'efficienza del servizio giustizia. Perciò lasciamo pure ai magistrati tutte le loro ferie, ma teniamo aperti i tribunali tutto l'anno e pretendiamo che il servizio sia organizzato conseguentemente. Basterebbe una semplice, piccola modifica: rimarcare l'obbligo di rispettare tutti i termini di legge, superando la distinzione tra termini perentori (per le parti) e ordinatori (per i giudici)*.

*) sono perentori quei termini dopo la scadenza dei quali una certa attività non può più darsi e ordinatori quelli in cui può ancora darsi.