Con lo spettacolo delle Frecce Tricolori è partito il quindicesimo campionato mondiale di parapendio. Il territorio di Pedavena, con i suoi abitanti ed il Monte Avena sede della manifestazione, sono pronti a dare il benvenuto agli atleti e all'evento.

Tra le nuvole e il cielo

Finalmente le Vette Feltrine faranno da palcoscenico ad un avvenimento sportivo internazionale. Queste montagne, quasi sconosciute ai più, sono invece nei cuori della gente che le conosce. Pochi sentieri portano sulle cime, dove lo spettacolo è unico: i circhi glaciali della Busa delle Vette dove marmotte, caprioli e animali selvatici sono avvistamenti assai comuni; la flora autoctona, bellissima e colorata a primavera.

Poi c'è il rifugio Dal Piaz, storico punto di arrivo e partenza per altre escursioni; il sentiero per le mountain bike, dove gli appassionati si ritrovano per escursioni sulle cime.

La vista sul Piave e sulla vallata feltrina è mozzafiato, lascia di stucco. Se la montagna non fa per voi, Feltre offre escursioni di vario tipo: da quella medievale (famosissimo il Palio, secondo solo a quello di Siena), a quella di età romana. Non ultimo il restauro della statua di Esculapio, che ha ridato vigore all'archeologia feltrina. Altro punto forte è il cibo tradizionale: polenta e pastin, polenta e osei, accompagnate dalla birra del birrificio Pedavena. Un marchio, una sicurezza di qualità, dove mastri birrai producono vari tipi di birra dal sapore "dolomitico".

Valdobbiadene e il prosecco

Ma per i palati fini, Feltre dista circa una mezz'ora di macchina da Valdobbiadene e dalle sue colline del Cartizze e del Prosecco; colli incantati dove il clima e la vigna hanno disegnato un paesaggio da paradiso in terra. Gente che lavora la terra e che da essa trae l'oro sotto forma di grappoli.

Quasi tutte le cantine offrono il prosecco con pane e soppressa veneta. Agli appassionati di storia, si ricordano gli avvenimenti della prima grande guerra mondiale: sacrari militari quasi in ogni paese, e la possibilità di un'escursione sul monte Grappa. Attraverso le trincee scavate a mano dagli alpini, il museo del monte Grappa, il sentiero delle Bocchette, ci si può spingere all'interno della storia.

Ma se non si è ancora stufi di tutto ciò, ci si può spostare verso Nord. Attraverso il territorio bellunese, si possono visitare la grande Diga del Vajont che distrusse Longarone. Un luogo ormai quasi spirituale, dove si può percepire la mano distruttiva dell'uomo, e la reazione molto violenta della natura. Dopo Longarone troviamo il Comelico, il Cadore, l'Ampezzano, ma questa è un'altra storia, un altro racconto. Rosa come il Giro d'Italia, come la dolomia che, con il suo colore rosa dipinto dai raggi del sole, l'arancione del tramonto, rende la montagna - da quella feltrina a quella ampezzana - unica nel suo genere, inimitabile e, come i Caraibi, da visitare almeno una volta nella vita.