Sono circa 850 le morti premature all'anno in Campania, dicui 400 per origini tumorali, imputate ai rifiuti tossici, secondo una ricercadi Carla Guerriero, ricercatrice alla School of Hygiene and Tropical Medicinedi Londra.

I dati sono stati presentati in un rapporto curato dalgruppo coordinato da Antonio Giordano, oncologo fondatore dello Sbarro Institute forCancer Research di Philadelphia e ordinariodi Anatomia Patologica all'Università di Siena, che denuncia da anni come lamortalità per tumore, in Campania, sia superiore del 13% alla media nazionale,con dati in peggioramento.

Se nel 2011 la denuncia partì da uno studio condotto insieme all'attualeSindaco di Roma, Ignazio Marino, oggi Giordano arriva a dichiarare che il 60%dei residenti svilupperà tumori od altre gravi patologie, come dimostrato da l'osservazionedei dati statistici, delle mappe dell'inquinamento e dai tipi di sostanzeritrovate.

Sono dati aberranti, specie se confrontati con l'importo dispesa individuato per le bonifiche, 143 milioni di euro per le aree del LitoraleDomizio-Flegreo e Agro-Aversano, di Bagnoli-Coroglio e di Napoli Orientale. A fronte di questa cifra si otterrebbe unrisparmio di quasi 12 miliardi di euro, se si vuole guardare solo all'aspettopuramente economico, secondo quanto affermato dalla Guerriero.

E' bene precisare chegli studi fanno riferimento ai rifiuti tossici e non ai rifiuti urbani, perché confonderele cose genererebbe un ulteriore e inutile allarmismo. Ma da dove provengono? Secondo Giordano "Solo determinateimprese, di determinate zone e con determinate potenzialità, in genere impresedel nord, possono produrre quelle sostanze ed in quella quantità.

Il Paesepotrebbe scoprire di avere tanti, troppi, peccati contro Napoli, venduta ecomprata anche grazie al silenzio."

Sotto le coltivazioni sono stati trovati dalla GuardiaForestale, in una indagine nella zona di Caivano. sostanze come amianto, cloruro di vinile, benzopirene emetalli pesanti. Sostanze immediatamente connesse ai tumori di cui saràsemplice sovrapporre la mappa, essendo curiosamente concentrati per tipo aseconda delle zone di sversamento dei rifiuti.

Basterà sovrapporre i "crateri"di tumori con le sostanze sversate per affermare la verità troppe volte negata.

Quali sono le soluzioni possibili? Secondo Giordano "Due lerisposte. Bonifiche, subito; bonifiche da fare usando forze fuori dal circuitoche ha inquinato. E poi screening sulla popolazione, per prevenire quel che sipuò."

Forse è giunto il momento di agire: il Dna di piante edorganismi animali ha subìto danni addirittura trasmissibili, come denunciatoanche dal professor Donato Matassino della Università Federico II. E questepiante ed animali potrebbero trasformarsi in cibo per gli italiani, e non solo.