Combattere la propaganda dell'Isis con i fumetti. Secondo Suleiman Bakhit è possibile. 36 anni, giordano, è autore di fumetti e imprenditore. Crea storie ambientate in Medio Oriente che possono essere un'alternativa alle ideologie terroristiche. La sua ricerca sul campo tra i bambini dei quartieri poveri della capitale giordana Amman e nei campi profughi siriani, gli ha fatto comprendere le strategie di propaganda dello Stato islamico e come queste si siano evolute, rispetto a quelle di Al Qaeda .

Mentre Osama bin Laden, teneva discorsi attraverso i video, l'Isis ha arruolato giovani jihadisti che parlano alle potenziali reclute nella loro lingua madre, inglese, francese o arabo, costruendo così un rapporto che si salda soprattutto a livello emotivo.

Essi "predicano il terrorismo come un viaggio eroico", ha detto Bakhit in un'intervista. Così si è convinto che i Libri di fumetti e i videogiochi possono essere un antidoto e ha fondato Aranim Media Factory, dove Aranim sta per "arabo" e "anime". Ma l'impresa non è stata semplice.

Tutto è nato l'11 settembre

La sua vita di studente all'Università del Minnesota è cambiata dopo l'11 settembre. Da allora il solo fatto di essere un arabo è stato fonte di vergogna e insulti. Suleiman ha deciso di visitare le scuole della zona per spiegare ai bambini americani che i musulmani non sono terroristi. Un ragazzo gli ha chiesto se il mondo arabo avesse i suoi Superman e Batman e nel rispondere negativamente una lampadina si è accesa.

Così ha iniziato a creare storie e personaggi a fumetti. Alla fine, è tornato in Giordania e ha creato la sua azienda. Qui si è accorto che Bin Laden o Abu Musab al-Zarqawi rappresentavano gli "eroi", per i bambini, in quanto loro difensori contro il "nemico Occidente". In contrapposizione sono nati i suoi personaggi, guerrieri giordani.

Poi sono arrivate storie con protagonista una unità militare di sole donne, quindi giochi per Facebook. Uno dei suoi personaggi più popolari, Element Zero, è una sorta di versione araba di Jack Bauer, l'agente antiterrorismo della serie televisiva "24".

Un agguato gli ha lasciato una lunga cicatrice all'occhio sinistro.

Bakhit però non ha perso la speranza e ha un nuovo eroe in arrivo. "Certa propaganda è avanti anni luce - afferma - e nessuno sta combattendo a quel livello". Secondo lui, una guerra tra eroi attraverso la cultura può essere vinta e, dice, "con costi che sono una frazione di quelli di un drone."