I frutti dell’evoluzione non smettono mai di sorprenderci. E proprio a pochi giorni dall’anniversario della nascita del grande naturalista Charles Robert Darwin che si terrà il 12 febbraio, Biology letters ha pubblicato uno splendido esempio di evoluzione preda-predatore. Tutti i biologi, zoologi e naturalisti conoscono bene il concetto di “pressione predatoria” che ha portato all’evoluzione di comportamenti difensivi e di fuga nelle prede e altrettanti adattamenti per sopraffarle da parte dei predatori.

Protagonista della ricerca in questione è un insetto che riesce a sopravvivere nei succhi gastrici del predatore che lo ha ingerito! È davvero possibile?

Meglio non mangiarlo, rospi e coleotteri bombardieri

A fine maggio 2016, alcuni ricercatori hanno dato in pasto al vorace rospo Bufo torrenticola il coleottero bombardiere Pheropsophus jessoensis. Da bravo e affamato predatore, il rospo ingoia prontamente l’insetto. Tutto tranquillo, fino a quando, 44 minuti dopo il pasto, il rospo rigurgita il bombardiere ancora vivo e attivo! Una simile “fuga riuscita” non era mai stata osservata prima in altre specie di carabidi.

44 minuti immerso nei succhi gastrici senza riportare alcun apparente danno. Sorprendente no?

Cosa è successo nello stomaco dell’anfibio?

Questi piccoli insetti carabidi hanno un sistema di difesa davvero particolare! Quando vengono attaccati o semplicemente disturbati da potenziali predatori riescono ad espellere improvvisamente dall’addome una sostanza chimica irritante prodotta dalla reazione tra idrochinone e perossido di idrogeno. Questa reazione, fortemente esotermica, porta il liquido a temperature vicine ai 100°C e con un getto improvviso fuoriesce dal corpo. Nel caso di P. jessoensis, il liquido espulso nello stomaco del rospo avrebbe indotto l’animale a rigurgitare la sua preda prima di concludere il processo digestivo.

È stato osservato inoltre un interessante relazione tra le dimensioni corporee degli animali coinvolti. Coleotteri più grandi hanno maggiori possibilità di sopravvivere, mentre rospi più piccoli tollerano meno le sostanze tossiche prodotte dagli insetti, rigurgitandoli prima. Le capacità di difesa dalle prede e la tolleranza ai fluidi tossici da parte dei predatori aumentano, pertanto, con le dimensioni corporee.

Sorgono però spontaneamente alcune domande: come ha fatto l’insetto a sopravvivere per così tanto tempo attaccato da acidi ed enzimi gastrici? Si è evoluta una tolleranza ai succhi digestivi? O forse le secrezioni tossiche emesse dallo stesso coleottero hanno rallentato l’azione della digestione?

Per avere una risposta certa dovremo purtroppo aspettare che la ricerca prosegua. Per il momento non ci resta che continuare a sorprenderci per i meravigliosi e curiosi modi in cui la natura continua ad evolversi.