Exchange Traded Fund. È un fondo comune d’investimento, che si caratterizza per essere negoziato in Borsa, proprio come avviene per i titoli azionari. Per questo motivo tale strumento gode contemporaneamente delle migliori caratteristiche dei fondi comuni e delle azioni. Vediamo le principali qualità degli ETF:

  1. Consentono al risparmiatore di investire praticamente in qualunque tipo di attività.

    Vuoi investire in oro, sulla Cina, sull’Italia, sui mercati emergenti, sul grano? Con gli ETF puoi. Essi infatti coprono un’ampia gamma di mercati e classi di attività. Gli ETF non fanno altro che replicare la performance di un indice finanziario che rappresenta un dato mercato (sono considerati, appunto, fondi “indicizzati”).

    Se ad esempio la Borsa italiana ha fatto nel suo complesso +3% nel corso di 6 mesi, l’ETF che replica il FTSE Mib negli ultimi 6 mesi avrà una performance analoga (quasi mai identica, perché la replica di un indice non è così banale come sembra, ma molto molto vicina).

  2. Distribuiscono meglio i rischi rispetto all’investimento in singole azioni. Replicando un indice (ad es. la Borsa italiana) e non un singolo titolo (ad es. Fiat o Generali) l’investimento è diversificato, perché un titolo quotato alla Borsa di Milano potrebbe anche fare -20% in un giorno, ma il FTSE Mib – composto da decine di titoli diversi - è tendenzialmente meno volatile. Per aggiungere una nota da “nerd” finanziari, si dice che l’indice ha meno “rischio idiosincratico”.

  3. Elevati standard di sicurezza per il risparmiatore. Gli ETF sono giuridicamente fondi comuni “UCITS”, godono quindi di una vera e propria “patente europea”, questo significa che soddisfano gli elevati standard di trasparenza e tutela del risparmiatore stabiliti dall’Unione Europea. Come tutti i fondi comuni UCITS, gli ETF hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne cura le attività di gestione, amministrazione e vendita: di conseguenza non sono esposti al rischio di insolvenza della società che li gestisce, neppure in caso di fallimento di tali società. Lo stesso non si può dire di altri strumenti d’investimento molto più diffusi tra i risparmiatori italiani come le obbligazioni bancarie, i conti deposito e i certificati.

  4. Hanno costi di gestione contenuti. Il TER (acronimo del Total Expense Ratio, in breve la somma di tutti i costi espliciti che gravano sullo strumento finanziario, come commissioni di gestione, costi della banca depositaria, spese legali e di revisione, ecc…) è molto basso rispetto ad altri strumenti. Ogni investitore deve sempre tenere presente i costi del proprio investimento. I costi, infatti, sono certi mentre le performance sempre aleatorie (nonostante le promesse di molti venditori di prodotti finanziari). A parità di altre cose, costi più bassi significano più performance per voi.

  5. Sono facilmente accessibili a tutti. Il lotto minimo di negoziazione, ovvero la quantità minima richiesta al risparmiatore per poter investire, è pari a 1 azione. Gli ETF offrono quindi a tutti i risparmiatori che lo desiderano, l’opportunità di accedere a segmenti di mercato anche molto specializzati (ad esempio azioni a piccola capitalizzazione), di solito appannaggio di investitori professionali.

  6. Grande trasparenza. Non vi sono sorprese: gli ETF non fanno altra promessa se non quella di replicare al meglio un indice che rappresenta il mercato nel quale il risparmiatore decide di investire. Insomma, non vogliono “battere il mercato”, cosa che molti dicono e che spesso non riescono a fare (intascando comunque laute commissioni per il solo tentativo).

  7. Pongono l’enfasi sull’asset allocation. La ripartizione del patrimonio tra varie categorie d’investimento, la cosiddetta asset allocation, è considerata la più importante fonte di performance per un investitore. Gli ETF sono mattoncini che consentono a qualunque investitore, anche se dispone di risorse limitate, di effettuare l’asset allocation ideale, diversificando bene i rischi e di creare così il portafoglio d’investimento desiderato.

  8. Buona liquidità. Gli ETF si comprano e vendono facilmente, come i titoli di qualsiasi società quotata in Borsa. Si possono comprare in banca o presso una SIM, sia allo sportello, sia utilizzando l’online banking o call center. Viene applicato uno spread denaro-lettera (una differenza tra il prezzo d’acquisto e il prezzo di vendita), al quale però occorre sempre porre attenzione. Ne riparliamo tra poco.

Gli ETF sono quindi lo strumento ideale?

Non esiste lo strumento ideale. Gli ETF hanno grandi pregi, ma bisogna porre attenzione ad alcuni fattori, vediamo quali.

La liquidità. Sebbene piuttosto liquidi, non lo sono sempre. Fate attenzione allo spread denaro-lettera. Privilegiate ETF di grandi case, con grandi masse in gestione (cioè molti investitori), in quanto tendenzialmente più liquidi a parità di altre condizioni.

Metodo di replica. Alcuni ETF replicano l’indice sottostante utilizzando la cosiddetta replica fisica, cioè acquistando materialmente i titoli che lo costituiscono: è il metodo più sicuro. Altri ETF utilizzano la replica sintetica, utilizzando contratti derivati, i “total return swap”: questo metodo ha il rischio che la controparte di tale contratto potrebbe diventare insolvente.

L’insolvenza, anche nei casi peggiori, è però limitata solo ad una porzione ridotta del valore dello strumento.

Presenza di prestito titoli. Il gestore di un fondo comune, e quindi anche di un ETF (non dimentichiamo che l’ETF è un fondo), può decidere di prestare i titoli del fondo per ottenere in cambio una remunerazione, che migliora le performance dell’ETF.

Il problema nasce se chi ha ricevuto in prestito i titoli va in default e non li restituisce. Quindi attenzione a comprare ETF che praticano poco o per nulla il prestito titoli, perché è un rischio in più.

Come comportarsi in pratica?

Importante è leggere bene il prospetto informativo, che è pubblico. Sarà pure noioso ma contiene la maggior parte delle informazioni rilevanti.

Se possibile, è sempre opportuno farsi consigliare da un consulente finanziario: scegliere un ETF non è difficile, ma è meno banale di quel che sembra.

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