Alla guida del Milan, Arrigo Sacchi alla fine degli anni '80 ha vinto praticamente tutto: uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe campioni, due Supercoppe Uefa, due Coppe intercontinentali. Trofei ai quali occorre aggiungere altri riconoscimenti, anche extrasportivi. Chiamato poi alla guida della Nazionale italiana nelle vesti di Commissario tecnico, è arrivato in finale nel mondiale disputatosi negli Stati Uniti nel 1994.

Perdendo solo ai rigori contro il Brasile di Romario e Bebeto. Da alcuni anni fa il commentatore televisivo, in particolare per le reti Mediaset. E partecipa sovente a convegni in giro per l'Italia. Proprio durante uno di questi, tenutosi all'ospedale di Vizzolo Predabissi, avente come argomento ''il welfare e lo sport'', ha lanciato un nuovo siluro contro l'Inter. Questa volta, nel suo mirino ci è finito il gioco espresso dalla squadra nerazzurra agli ordini di Mancini. Squadra peraltro ieri tornata capolista in virtù del 4 a 0 rifilato al Frosinone e del mezzo passo falso della Fiorentina contro l'Empoli.

Ecco il suo ragionamento.

Inter esprime calcio vecchio

Ecco come Sacchi giudica il gioco dei nerazzurri: "L'Inter è la dimostrazione di un calcio antico, vecchio, rivisitato da una persona con idee chiare". Poi prosegue il suo ragionamento: "In certe nazioni questo tipo di calcio non sarebbe apprezzato. Ma va bene in un Paese come l'Italia, dove la vittoria è tutto". Dunque, a suo modo di vedere l'Inter mette in pratica un tipo di gioco ormai legato al passato, basato sulle giocate dei singoli e lontano da quanto richiede il gioco moderno: veloce e dinamico. Poi parla in generale dell'Italia e del fatto che qui non ci sia nel calcio un culto per l'estetica; pertanto non è un vero e proprio spettacolo.

Come, a suo modo di vedere, non sarebbe uno sport perché non si rispettano le regole. Comunque non tutto è perduto, giacché, ha concluso dicendo che ci sono allenatori: "stilisti, ottimisti, più creativi; che insegnano di più e vanno a giocarsela apertamente ovunque".

Le critiche precedenti

Non è la prima volta, comunque, che l'Inter finisce nel mirino critico di Sacchi. Nel maggio scorso criticò il Triplete di Mourinho, perché nella squadra titolare figuravano solo stranieri. Considerazioni che non passarono di certo inosservate, con Materazzi e Zanetti che gli ricordarono come anche il suo Milan si basava su tre stranieri: gli olandesi Van Basten, Gullit e Rijkard. Dopo un mese, toccò al calciomercato che l'Inter stava conducendo, basato su spese pazze che finiscono solo per creare debiti. Una strategia a suo modo di vedere utile solo per i giornali, che almeno hanno qualcosa su cui scrivere.