Il Milan e i nostalgici contro Donnarumma e Raiola. Antagonismo tra vecchio e nuovo, tra amore e denaro, tra idealismo e materialismo. Sembra quasi di essere in uno degli spaghetti-western del grande regista Sergio Leone. L'ambientazione è una landa desolata. Possiamo addirittura sentire la solenne musica di Ennio Morricone che incalza, mentre i personaggi principali fanno la loro comparsa sul campo di battaglia.

Siamo giunti al momento del duello finale. Inaspettatamente gli antagonisti non sono solo due, ma in sella ai loro cavalli entrano in scena molti interpreti.

Il vecchio west: Del Piero, Totti, i fratelli Lucarelli

Il primo a scendere dal suo cavallo è soprannominato "Pinturicchio": dal 1993 al 2012 ha rappresentato la Juventus, scrivendo gloriose pagine di storia con la maglia bianconera, nel bene e nel male. Per la sua signora è sceso da campione del mondo in Serie B (insieme a Buffon, Nedved, Trezeguet, Camoranesi, Marchisio, Chiellini), contribuendo nella stagione 2011-2012 allo scudetto della rinascita durante l'ultima avventura con l'amata.

Accanto a lui c'è un pistolero con un cappello da cowboy giallorosso. Ricordiamo ancora il suo sguardo glaciale, quando nel 2006 ha giustiziato Schwarzer con un rigore all'ultimo minuto, contribuendo in maniera fondamentale alla conquista del mondiale.

Con la Roma ha conquistato un solo scudetto, nel lontano 2001. Molto spesso è stato accostato al Real Madrid o altre squadre prestigiose, che avrebbero potuto fargli vincere di più. Non ha mai vacillato, donando sempre amore incondizionato alla sua dama. "Avrei potuto vincere molto con altre squadre, ma sono orgoglioso di ciò che ho fatto con questa casacca. Altri trionfi con una maglia diversa non mi avrebbero dato le stesse emozioni che ho provato qui da capitano.

"Di fianco a loro ci sono due fratelli: Alessandro e Cristiano Lucarelli. Anche loro sono legati da un amore viscerale per le loro donne, Parma e Livorno. Alessandro per lei è sceso addirittura in Serie D dopo il fallimento. Non l'ha abbandonata. Adesso cerca la risalita da capitano.

Cristiano, fortemente attaccato ai suoi tifosi e ai colori della sua città, nel 2004 rifiuta un miliardo di lire offertogli dal Torino per restare fedele al Livorno. A questo proposito dichiara: "Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, una Ferrari, una villa al mare. Ecco io con questi soldi mi ci sono comprato la maglia del Livorno."

I nuovi pistoleri: Raiola, Ibrahimovic, Donnarumma

Di fronte a loro, ansiosi di mettere in mostra le loro doti, c'è la nuova guardia di pistoleri.

Il loro capo è Mino Raiola, uno dei procuratori sportivi più importanti al mondo. È italiano, ma la sua storia da self made man (uomo che si è fatto da solo) sembra più vicina al sogno americano. Nasce nel 1967 in Italia; circa un anno dopo la sua famiglia emigra in Olanda, dove da giovane fa il cameriere. Adesso parla sette lingue, ed ha incassato 25 milioni di euro di commissione per il passaggio di Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United.

Il suo più fidato compare è svedese. Anche lui era nello schieramento di Pinturicchio, ma nel 2006 ha cambiato casacca, preferendo vincere. Il re Mida degli scudetti (11 vinti in 4 campionati diversi) ha però un tallone d'achille: la Champions League.

Nel 2009 è andato dall'Inter al Barcellona per tentare di aggiudicarsela e l'anno successivo la squadra milanese ha vinto il triplete. Nel 2010 passa dal Barcellona al Milan e la formazione catalana conquista la Champions. È un eccellente pistolero, rispetto alla vecchia guardia ha una diversa filosofia di vita.

Al loro fianco sta crescendo un giovane avventuriero: ha solo 18 anni ma è già molto rispettato ed ammirato da tutti per le sue indubbie doti. È stato lanciato sul campo di battaglia da Sinisa Mihajlovic, che a soli 16 anni ne ha intravisto le enormi potenzialità. Adesso lascerà la sua donna, il Milan, e molto probabilmente finirà tra le mani di una tra Juventus e Real Madrid. Attraverso Mino Raiola ha fatto sapere all'amministratore delegato Fassone (che insieme al ds Mirabelli sta allestendo una rosa importante) la volontà di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2018.

Il trasferimento risulta ormai inevitabile.

I duellanti sono scesi da cavallo, si trovano uno di fronte all'altro. Si scrutano a fondo, i primi piani dei loro occhi lasciano intravedere le loro anime. La musica è svanita, in mezzo alla distesa arida c'è solo un silenzio assordante. Le mani si avvicinano alle fondine, pronte ad estrarre la pistola e a dare il colpo di grazia all'avversario. C'era una volta il calcio.