"Io mi metto la tuta perché faccio un lavoro da campo, mi sembra ridicolo andare sul campo col vestito da matrimonio".

Era la vigilia della partita contro il Real Madrid quando Maurizio sarri pronunciava queste parole, che sembrano le migliori per racchiudere il suo modo di vedere le cose e la cultura del lavoro.

Dalla banca al campo

Sì, perché il buon Maurizio ha dovuto lavorare molto e duramente per arrivare a questi livelli.

Classe '59, da giovane è un calciatore dilettante. L' occupazione principale è tuttavia quella del bancario, grazie alla sua scrupolosità viene mandato in giro per l'Europa (Londra, Germania, Lussemburgo e Svizzera le sue tappe). Dato che il suo incarico gli occupava la maggior parte del tempo, passa in Seconda categoria per poter continuare ad allenarsi, ma ad un certo punto un suo compagno di squadra propone alla società di promuoverlo allenatore-giocatore. Considerando anche i gravosi impegni di lavoro, Maurizio appende le scarpette al chiodo ed inizia la sua carriera da allenatore nel 1991.

La sua meticolosità nel lavoro è riflessa anche sul campo da gioco: durante i primi anni nelle serie minori conquista promozioni in serie, fino a quando nel 2000 è alla guida della Sansovino (una cittadina di 8.000 abitanti), che in soli 3 anni porta dall'Eccellenza alla serie C2. Durante questo percorso, giunto ormai alle porte del professionismo (in serie D nel 2002) decide di mettersi in aspettativa per potersi dedicare a tempo pieno ad allenare.

Il passaggio al professionismo e l'Empoli

Nel 2003 il presidente della Sangiovannese (club di serie C2) lo vuole con lui e viene prontamente ripagato da una promozione; la squadra conferma l'ottimo momento l'anno successivo con un 8° posto in serie C1.

il 9 Luglio 2005 firma per il Pescara, facendo il suo esordio in serie B ed ottenendo l'11° posto. Gli anni successivi li vive a cavallo tra la serie B e la serie C, allenando l'Arezzo, l'Avellino (per una brevissima parentesi), l'Hellas Verona, il Perugia, il Grosseto, l'Alessandria ed il Sorrento.

Nel 2012 firma un contratto annuale con l'Empoli, società che milita nella serie cadetta, dopo un avvio stentato risale la china fino alla finale play-off col Livorno per la Serie A, dalla quale esce sconfitto. Grazie a questo risultato ottiene un rinnovo biennale e nella stagione successiva porta l'Empoli alla massima serie. Al suo esordio in serie A ottiene la salvezza con diverse giornate d'anticipo, ricevendo anche tante critiche positive per il bel gioco espresso dalla sua squadra.

Napoli

Tra i suoi estimatori spicca De Laurentiis, il quale decide di affidargli la panchina del suo Napoli tornato ad alti livelli. Il resto è abbastanza noto: alla fine della sua prima stagione al Napoli ottiene record di punti (82), vittorie (25), gol realizzati (80) e minor numero di gol subiti (32), migliorando queste statistiche nella stagione appena conclusa nonostante il terzo posto in campionato e l'assenza del "top-player" Higuain.

Pietro Savastano (soprannome attribuitogli per la grande somiglianza con l'attore della serie "Gomorra") è una persona sincera, schietta, senza peli sulla lingua. Tra le sue peculiarità spiccano il suo essere anti-social, preferisce piuttosto i vecchi metodi di comunicazione; il rito della pizza, fatta mangiare ad Empoli ai suoi calciatori dopo la partita per reintegrare i carboidrati; la mania per gli schemi, infatti in allenamento usa il drone; l'essere scaramantico, prima andava in panchina sempre vestito di nero (che secondo lui porta fortuna) e se ci fate caso il suo outfit tenderà al nero per le gare importanti.

Il futuro

Anche se il Napoli in questi anni ha costruito una squadra con grandi ambizioni ed investito su giovani di sicuro avvenire, l'amalgama giusta è sempre arrivata dal cuoco Sarri, in grado di far rendere al meglio giocatori discontinui (emblematico Koulibaly), di mescolare bene gli ingredienti e sfornare sempre piatti gustosi.

Dopo tanto tempo a digiuno, i tifosi del Napoli hanno finalmente potuto assaporare deliziosi antipasti (Coppa Italia e Supercoppa 2014), ma la fame è ancora tanta e sono sicuri che il Canavacciuolo del pallone è pronto a soddisfare i loro palati.

Pochi giorni fa Sarri, insignito del premio Bearzot (è succeduto a Ranieri dopo la vittoria della Premier del 2016) ha dichiarato che al Napoli ha un compito da portare a termine. I tifosi del Napoli possono quindi sedersi a tavola fiduciosi, perché sono al corrente che il vero top-player è al lavoro per placare la loro fame.