Qualità straordinaria, fantasia ed istinto puro. Una gioia per gli occhi di chi ama il bel calcio, perché nei suoi numeri c'è tutta la magia del Brasile. Neymar da Silva Santos Junior rientra nel lotto ristretto di quei calciatori che si contendono la palma del numero uno del mondo, uno scettro che oggi probabilmente gli appartiene. A suo favore gioca la carta di identità, ha 25 anni ed ancora margini di miglioramento, soprattutto dal punto di vista mentale. Con il trascorre delle stagioni è maturato, è diventato un leader, ruolo che interpreta nel migliore dei modi nella sua Nazionale.

La scorsa estate ha trascinato il Brasile al suo primo titolo olimpico, nei mesi successivi ha contribuito in maniera decisiva al nuovo corso della selecao maggiore che ha staccato senza alcun problema il biglietto per i Mondiali 2018. E proprio l'anno prossimo in Russia, Neymar cercherà l'immortalità di un titolo iridato, lo stesso titolo che ha contribuito alle leggende di Pelè, Garrincha, Jairzinho, Romario e Ronaldo, tanto per citare alcuni suoi celebri connazionali. Nell'ultima stagione Neymar è diventato un leader anche nel Barcellona, al fianco di Leo Messi che molti vorrebbero in parabola discendente. In realtà il fuoriclasse argentino può dare ancora tanto, ma ha ormai espresso tutto il suo straordinario potenziale: nel confronto con 'O'Ney' è stato semplicemente quest'ultimo a migliorare.

Il paragone tra due compagni di squadra sembra destinato a trasformarsi in una sfida tra avversari nella prossima Champions League: il trasferimento di Neyrmar al Paris Saint Germain non è fantacalcio e, sebbene ancora oggi non si conoscano i termini esatti della trattativa, tutto lascia presagire che si farà entro brevissimo tempo.

Un calcio ai confini della realtà

In questi giorni i commenti sull'affare Neymar si stanno sprecando: "una follia dal punto di vista economico", "un insulto alla miseria", "la dimostrazione che il calcio di oggi è privo di moralità". Quest'ultima è bella che andata da tempo nello sport più seguito del mondo e frasi del genere sono già state usate in passato per definire altri clamorosi trasferimenti.

Il problema è che oggi le cifre astronomiche sono diventate ordinarie e, se determinati giocatori 'normali' hanno valutazioni di mercato assolutamente inverosimili, non bisogna dunque stupirsi delle cifre che i ricchissimi proprietari qatarioti del PSG stanno mettendo sul piatto per strappare al Barcellona il più forte calciatore del pianeta. Il costo della clausola rescissoria con la quale il club blaugrana pensava di aver blindato Neymar si ricorda facilmente, 222 milioni di euro. L'investimento complessivo, tra ingaggio, bonus e commissioni per il padre-intermediario, sfiorerà i 600 milioni. Sono cifre da capogiro, ma lo erano anche i 100 milioni che il Real Madrid ha sborsato al Tottenham per Gareth Bale nel 2013 ed i 105 che il Manchester United ha investito lo scorso anno per avere Paul Pogba dalla Juventus.

Le statistiche parlano chiaro, dei 50 colpi di mercato più costosi della storia del calcio ben 32 sono stati messi a segno negli ultimi quattro anni. Puntando poi l'attenzione sull'estate in corso, Lukaku è costato al Manchester United 85 milioni di euro, il Chelsea ne ha spesi 80 per Morata ed il Manchester City ne ha scuciti 58 per Mendy. Se Kylian Mbappé, giovane talento certamente dotato, ma ancora acerbo, potrebbe costare 180 milioni al Real Madrid, riteniamo che l'acquisto di Neymar da parte del PSG alle cifre che abbiamo appena descritto sia proporzionato al valore del giocatore nel confronto con gli altri colleghi.

I tifosi italiani dalla memoria corta

Dunque Nasser al-Khelaïfi, il ricchissimo proprietario del club parigino, non è certamente un alieno in questo contesto.

La caccia all'investimento milionario si è ormai impadronita del calcio europeo ed è surreale che proprio da molti tifosi italiani, stando a ciò che si legge sui social, ci siano commenti più o meno critici riguardo all'affare Neymar. A rompere le regole di una molto presunta moralità, in passato, sono stati proprio i nostri club che oggi, al contrario, sono ai margini di questo business a causa della crisi economica che ormai pervade il calcio italiano in maniera quasi cronica. Ci sono le eccezioni, se andiamo a guardare il mercato imponente del Milan (in mano ad investitori stranieri, ndr), mentre la Juventus si muove sempre con estrema circospezione e ad acquisti milionari ha sempre accoppiato cessioni estremamente redditizie.

In quest'ottica, proprio la partenza di Neymar dal Barcellona potrebbe innescare quella di Paulo Dybala da Torino, direzione Catalogna: il club blaugrana sarebbe disposto ad investire oltre 100 milioni di euro. Ma questa, almeno per il momento, è un'altra storia.

La clausola rescissoria

Tornando ad 'O'Ney', ad ulteriore dimostrazione che al-Khelaïfi è tutt'altro che disposto a disperdere al vento le proprie finanze, c'è da dire che il piano che dovrebbe portare il brasiliano al PSG è decisamente ben studiato. Innanzitutto per aggirare i paletti posti dall'Uefa, visto che l'affare è al di fuori da qualunque Fair Play finanziario. Sarà infatti Neymar a pagare la sua clausola grazie al ricchissimo contratto con la Qatar Investment Authority (il fondo sovrano qatariota di cui Nasser al-Khelaïfi è l'attuale presidente), 300 milioni di euro per fare da testimonial al Mondiale 2022.

'Clausola rescissoria' è diventato un termine di uso comune nel calcio, in realtà è la penale a cui è sottoposto un lavoratore che interrompe unilateralmente il contratto stipulato con una qualunque azienda prima della naturale scadenza. A pagarla, pertanto, dovrebbe essere proprio il diretto interessato. Ma se non dispone della cifra, allora è ammesso l'intervento di terzi che possano pagare al suo posto. Fu il trasferimento di Ronaldo dal Barcellona all'Inter nel 1997 ad innescare la 'moda' delle clausole di rescissione. Ad onor del vero, Neymar sarebbe il primo a pagarla di tasca sua.

La rabbia dei tifosi blaugrana

Dopo la tournée americana col Barcellona, Neymar non ha fatto rientro in Spagna.

Prima si è recato in Cina, dove ha partecipato ad alcuni eventi organizzati dai suoi sponsor. Poi la puntata in Medio Oriente e qui i media si sono sbizzariti: in tanti hanno ipotizzato che si fosse fermato in Qatar per firmare il contratto con il PSG e sostenere addirittura le visite mediche di rito. Secondo ulteriori rumors, invece, potrebbe aver firmato l'altro contratto, quello che legherebbe la sua immagine ai Mondiali qatarioti del 2022 e che gli consentirebbe di avere la liquidità necessaria per scindere il suo contratto con il Barcellona. Il realtà il fuoriclasse brasiliano sarebbe stato negli Emirati Arabi, una sosta di poche ore prima di tornare in Spagna, ma i prossimi allenamenti dovrebbero essere davvero gli ultimi con il club catalano.

Neymar ha già fatto la sua scelta e vede nel trasferimento a Parigi, oltre che una vera miniera d'oro, anche la possibilità di prepararsi al meglio per l'appuntamento mondiale del prossimo anno. Intanto a Barcellona è già esplosa la contestazione di alcuni tra più accesi supporters blaugrana che lo hanno definito 'traditore' e 'mercenario'. Anche in questo caso la memoria è cortissima, perché la storia del Barcellona è stracolma di colpi grossi di mercato e cessioni eccellenti ed alcune hanno avuto risvolti assolutamente inconcepibili per chi ancora ritiene che la maglia conti qualcosa. In tal senso ci vengono in mente Schuster, Laudrup o Figo, passati dal Barcellona al Real Madrid. Ad essere sinceri, il calcio ha oltrepassato da un bel pezzo i confini della realtà e quella che vede ciascun tifoso è solo una realtà parziale e faziosa.