Il Barcellona non conosce mezzi termini, tra grandi trionfi e cocenti delusioni. In 118 anni di storia, il club catalano non si fatto mancare nulla e può vantare la presenza, tra le proprie file, di alcuni dei calciatori più forti di sempre. Bastino per tutti i nomi di Kubala, Luisito Suarez, Cruijff, Maradona, Romario, Stoickov, Ronaldo, Ronaldinho e, oggi, Messi e Neymar. Quest'ultimo è al centro dell'affare del nuovo secolo, la mastodontica trattativa (un affare da quasi 600 milioni di euro di cui 222 per pagare la clausola rescissoria) che riporta d'attualità alcune cessioni celebri che hanno riguardato gli assi blaugrana.

Le due più tormentate, tanto da riempire per settimane le pagine dei quotidiani sportivi ed occupare i servizi d'apertura dei TG, sono state sicuramente quelle che hanno portato Maradona e Ronaldo in Italia.

Maradona-Napoli, 50 giorni di trattative

Nella primavera del 1984 Corrado Ferlaino, presidente del Napoli, ed il drettore generale Antonio Juliano iniziano un lungo 'duello' con il Barcellona. Oggetto del contendere è Diego Armando Maradona, allora 24enne, che da due stagioni veste la maglia blaugrana con risultati altalenanti, anche a causa di un grave infortunio. Il campione argentino ha perso il feeling con società e tifosi e vuole cambiare aria, la dirigenza napoletana fiuta il colpaccio e contatta quella catalana.

Il Barcellona nicchia, non vuole perdere Diego, ma nello stesso tempo non è più in grado di gestire il calciatore ed il suo ingombrante clan. Fissa il prezzo, 13 miliardi di lire, una cifra proibitiva per Ferlaino. Si mobilitano le istituzioni cittadine, ad iniziare dal Banco di Napoli che offre la copertura per l'affare. La trattativa dura 50 giorni, alla fine la società partenopea arriva al 30 giugno, ultimo giorno utile per depositare il contratto in Lega, senza nulla in mano.

Quella stessa mattina Ferlaino viene chiamato dai dirigenti del Barcellona che hanno dato finalmente il nulla osta all'operazione e qui tira fuori il colpo di genio: considerato che non c'è tempo per depositare il contratto, il presidente del Napoli porta negli uffici della Lega una busta vuota e poi vola in Spagna per chiudere l'acquisto di Maradona.

Al ritorno in Italia si reca a Milano e, grazie alla collaborazione di una guardia giurata, sostituisce la busta con il vero contratto. La lunga storia di Maradona al Napoli inizia in quel momento.

Ronaldo all'Inter inaugura una nuova era

Il passaggio di Ronaldo all'Inter nel giugno del 1997 inaugura una nuova era. Reduce da una straordinaria stagione con il Barcellona, il 'Fenomeno' è legato da un contratto che, prima volta nella storia del calcio, prevede una clausola rescissoria in cui pagamento consentirebbe al giocatore di interrompere unilateralmente il rapporto con la società. La particolare natura della clausola prevede inoltre che, nel caso in cui il tesserato non disponga della cifra, può designare un ente di sua scelta per il saldo.

Sul campione brasiliano si è levato l'interesse della Lazio, ma è l'Inter di Massimo Moratti a riuscire nel blitz. Consapevole della clausola che può liberare Ronaldo, la dirigenza nerazzurra strappa l'ok del giocatore, molto attratto dalla possibilità di venire in Italia. Come già accaduto con Maradona tredici anni prima, i vertici del Barcellona non vogliono farsi soffiare il nuovo fuoriclasse del calcio mondiale e le tentano tutte per trattenerlo. Prima gli propongono un rinnovo e Ronaldo tentenna. L'errore del club spagnolo è quello di annunciare un accordo raggiunto con il calciatore che in realtà non esiste ancora. Moratti sembra rinunciare all'impresa, ma appena comprende che nulla è stato firmato, inscena un estenuante braccio di ferro.

Il 4 luglio 1997 Luisito Suarez vola in Bolivia, dove Ronaldo è impegnato con la Nazionale per la Copa America e raggiunge l'accordo con l'attaccante. Il presidente blaugrana Josep Nunez gioca allora l'ultima carta, la clausola di rescissione alla cifra stabilita di 48 miliardi di lire non sarebbe valida per i trasferimenti internazionali, per i quali sarebbero necessari ulteriori 20 miliardi. Pertanto la questione finisce direttamente sui tavoli della FIFA ed i vertici del calcio mondiale danno ragione all'Inter, promuovendo in favore del Barcellona un indenizzo di ulteriori 3 miliardi.