La Juventus vive uno dei momenti più difficili della storia recente dal punto di vista giudiziario. Oggi dovrebbero essere pubblicate le motivazioni con le quali il Collegio del Coni ha annullato i 15 punti di penalizzazione sul caso plusvalenze che molto diranno del futuro dibattimento davanti alla Corte Federale, dopo di che il club affronterà il secondo caso, quello legato alla manovra stipendi. Al riguardo si continua a parlare abbastanza insistentemente di patteggiamento anche se il procuratore Giuseppe Chinè non ha ancora formulato i deferimenti definitivi con la conseguenza che il club non conosce con certezza le accuse che le vengono mosse (il pre-deferimento parlava di violazione dell'articolo 4 sulla slealtà sportiva).
Sullo sfondo però rimangono anche le battaglie che la società combatte da anni sul fronte Calciopoli: da una parte la Juventus ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, dall'altra l'ex direttore generale della società bianconera Luciano Moggi si è invece rivolto alla Corte di Giustizia Europea.
A metà luglio o a dicembre la Corte di Giustizia Europea potrebbe decidere su ricorso di Moggi per Calciopoli
Sono due le date da cerchiare in rosso in merito al ricorso presentato da Luciano Moggi alla Corte di Giustizia Europea: secondo tuttomercatoweb.com metà luglio o fine dicembre potrebbero essere infatti finestre decisive per conoscere l'eventuale decisione dell'organismo europeo sul ricorso presentato dall'ex direttore generale della società bianconera.
Se dovesse vincere, anche la Juventus potrebbe poi decidere di affidarsi alla stessa Corte di Giustizia Europea.
Al riguardo ha destato molto clamore mediatico nelle ultime settimane la puntata di Report dedicata proprio a Calciopoli in cui ci si è soffermati anche sulle telefonate degli ex dirigenti di Milan e Inter (Meani per i rossoneri e Facchetti per i nerazzurri) all'ex designatore arbitrale nel periodo pre Calciopoli Paolo Bergamo, il tutto dato che all'epoca dei fatti vennero considerate solo quelle prodotte proprio dai dirigenti bianconeri.
Le intercettazioni individuate e portate a processo furono considerate con valenza confessoria e ritenute dunque sufficienti a retrocedere il club in Serie B con conseguente revoca di uno scudetto assegnato 'd'ufficio' all'Inter.
A distanza di oltre 15 anni questa vicenda non sembra chiusa, la società attende così gli esiti dei prossimi passi giudiziari con grande interesse.