Quasi 50 anni dopo l'assassinio di John F. Kennedy, molti americani non sono ancora del tutto convinti della spiegazione ufficiale dell'assassinio del presidente degli Stati Uniti. La maggior parte di loro credono che Lee Harvey Oswald non agì da solo.

La commissione Warren, guidata dal capo della Corte Suprema degli Stati Uniti Earl Warren, è arrivata alla conclusione che Oswald abbia agito da solo, ma il 61 per cento degli intervistati in un sondaggio Gallup crede che è stato coinvolto qualcun'altro al di fuori del cecchino conosciuto, informa The Christian Science Monitor.

Ma non sono certi su chi sarebbe l'altro complice. Il 13 per cento degli intervistati danno la colpa alla criminalità organizzata ed un altro 13 per cento crede che la colpa sia di una cospirazione del governo federale. Un altro 7 per cento ha dato la colpa alla CIA e il 5 per cento ha dato la colpa all'ex leader cubano Fidel Castro.

Inoltre, il 40 per cento degli intervistati non sono sicuri di chi altro sarebbe coinvolto. L'ipotesi di un complotto contro JFK è diminuita negli ultimi anni, da un massimo dell'81 per cento degli intervistati americani di un sondaggio condotto nel 2000. Tuttavia, date le domande senza risposta riguardanti la tragica morte, e il modo in cui Oswald riusci a sparare tre proiettili per provocare le ferite di Kennedy, è improbabile che la questione possa essere risolta a breve, secondo Art Swift (Gallup).

Le circostanze della morte di Oswald sono anche un motivo per cui le teorie della cospirazione persistono. Lui fu ucciso due giorni dopo l'evento del 22 Novembre 1963, da Jack Ruby, il proprietario di un night club di Dallas, prima di essere interrogato dagli agenti federali. Inoltre alcuni testimoni ''chiave'' hanno testimoniato, e un certo numero di documenti del governo sono ancora classificati e nascosti.