L'antica città di Ossirinco (Oxýrinchos) in Egitto non è nuova a ritrovamenti clamorosi. Situata sulla sponda sinistra del Nilo, circa 160 km a sud del Cairo, nei pressi di El Bahnasa (governatorato di Minya), è stato il luogo di importanti scoperte già nel corso del XIX e XX secolo: in particolare sei papiri cristiani (copti), dei secoli II-III, recavano frammenti dei Loghia Iesu ("Detti di Gesù"), ovvero brevi sentenze attribuite al Cristo. Nel dettaglio, i papiri 840 e 1224, detti anche "Vangeli di Ossirinco", riportano alcuni brevi stralci relativi alla vita di Gesù, assolutamente originali rispetto alle tradizionali distinzioni tra "canonico" o "apocrifo (nascosto)" con cui solitamente si identificano i testi dei Vangeli.


Recentemente è venuta alla luce addirittura quella che potrebbe essere la più antica immagine del Cristo: su un muro di una cripta cristiana copta (VI secolo circa), gli egittologi di un team catalano dell'Università di Barcellona hanno rinvenuto un dipinto che raffigura un giovane uomo, dalla capigliatura riccia, glabro in volto e che indossa una tunica corta. A far pendere il giudizio dei ricercatori verso una rappresentazione di Gesù, il fatto che il personaggio abbia una mano alzata in segno di benedizione.


Secondo i primi rilevamenti il dipinto è stato realizzato in quella che si ritiene fosse la camera sepolcrale di una famiglia di sacerdoti e scribi. Sono state rilevate, inoltre, alcune iscrizioni attorno alla figura dipinta e queste, una volta tradotte, dovrebbero fornire ulteriori indicazioni sull'identità della persona ritratta, che tuttavia, sia per la postura benedicente, sia per un richiamo ad altre immagini glabre in catacombe romane di epoca posteriore che raffigurano il buon pastore come metafora del Cristo, potrebbe veramente essere il Gesù narrato nei Vangeli.


Un dipinto ben lontano, comunque, da tutte le rappresentazioni iconografiche successive; un volto ad anni luce di distanza da qualsiasi icona bizantina o pittura medievale, da quello della sindone, oppure dalle ricostruzioni antropologiche della BBC che riproducevano fattezze somatiche caratterizzate da pelle scura e tratti fortemente medio-orientali.
Non che l'immagine di Ossirinco, una volta comprovato trattarsi di quella di Gesù, possa essere ritenuta effettivamente il volto "reale" del dio dei cristiani, quanto piuttosto il modo in cui venivano immaginate - dalle comunità copte, nel V/VI secolo in Egitto - le fattezze fisiche della figura centrale dei testi sacri.