Il caso di Elena Ceste, giunto ad una svolta la settimana scorsa, dopo il ritrovamento del suo cadavere in un canale di scolo, continua a tenere desta l'attenzione dei media. Gli esperti dell'Arma, infatti, scavando con un setaccio nel canale dove era stato ritrovato il corpo (ubicato tra il fiume Tanaro e una ferrovia in disuso e coperto da numerosi strati di fango), hanno portato alla luce parti di mani e piedi e di alcune vertebre della povera mamma di Costigliole d'Asti. Sarà adesso compito del laboratorio di medicina legale esaminare i resti rinvenuti e tentare di fornire risposte ai numerosi interrogativi che ancora pendono sul caso di Elena Ceste.

Tra quindici giorni, inoltre, si avranno anche gli esiti degli esami istologici e tossicologici che aiuteranno a comprendere in che modo è morta Elena Ceste.

I risultati della prima autopsia sul cadavere di Elena Ceste

Dal primo esame autoptico sul cadavere di Elena Ceste, coordinato dal medico legale Franco Romanazzi ed effettuato presso l'ospedale San Lazzaro di Alba (Cuneo), non sono stati rilevati segni evidenti di violenza: nessuna ferita provocata da arma da fuoco né lacerazioni causate da armi da taglio. La morte di Elena Ceste, resta, dunque, un mistero ancora irrisolto.

Michele Buoninconti, marito di Elena Ceste, è, per il momento, l'unico ad essere stato iscritto nel registro degli indagati con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere.

Si tratta, probabilmente, di "un atto dovuto", ma che comunque getta pesanti ombre sul vigile del fuoco di Alba. I congiunti di Elena Ceste, tuttavia, sono convinti che Michele non abbia fatto del male alla propria moglie; la sorella della donna, infatti, ha dichiarato di credere nell'innocenza del cognato, almeno fino a prova contraria.

Frattanto continuano ad essere sentite tutte le persone che, all'indomani della scomparsa di Elena Ceste (avvenuta il 24 gennaio 2014), hanno preso parte alle ricerche della donna, ispezionando i luoghi dove è stato ritrovato il cadavere lo scorso 18 ottobre.