A titolo di novità al 6 febbraio 2015 si è appreso che Davide Stival, padre di Loris, bimbo di soli 8 anni ucciso a Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014, ha trovato delle forbici particolari, di quelle usate dagli elettricisti. Vi ricordiamo che il bambino fu ucciso proprio con l'utilizzo di particolari fascette da elettricista. Nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere la madre, la 26enne Veronica Panarello, sentì il bisogno di consegnarne alcune alle maestre, come per liberarsi di un peso.

In realtà in questa occasione emersero due importanti aspetti della psicologia molto complessa della donna: da un lato tende a manipolare situazioni e persone, dall'altro mostra una certa confusione, scegliendo strade senza logica o addirittura impraticabili. Con una testardaggine non comune, ad esempio, la donna continua a sostenere di avere regolarmente accompagnato il bimbo a scuola il 29 novembre 2014 mentre le telecamere sistemate sul territorio raccontano un'altra verità: in auto Loris non è salito.

Una volta trovate le forbici, Davide non ha potuto far altro che segnalare la cosa agli organi inquirenti, consegnando l'oggetto.

Da tempo l'uomo ha preso le distanze da sua moglie. Ciononostante, le ha fatto visita in carcere, per darle la possibilità di spiegare le sue ragioni. La magistratura non ha perso tempo ed ha sottoposto l'oggetto a un accertamento tecnico irripetibile effettuato il 29 gennaio 2015 a Palermo. Quello che al 6 febbraio 2015 non si capisce è come mai le forbici non sono state individuate a suo tempo durante le perquisizioni di rito. Viene da pensare che forse, in un momento di forte rabbia, la donna abbia deciso di dare una punizione al bambino, col quale aveva un rapporto conflittuale evidenziato dalle frequenti liti segnalate dai vicini di casa.

Forse la situazione è sfuggita di mano alla giovane donna in quanto questo particolare tipo di fascette di materiale plastico una volta strette possono essere sciolte solo mediante taglio.

La donna, resasi conto che il figlio stava soffocando in quanto gli aveva stretto troppo le fascette intorno al collo, forse cercò di porre rimedio (sul collo del bimbo c'erano piccoli tagli) utilizzando le forbici, ma non fece in tempo (in realtà si sospetta che il bimbo fosse ancora vivo al momento dell'abbandono in zona vecchio mulino). Si tratta a ogni modo soltanto di ipotesi.

Dov'è finito lo zainetto scolastico del piccolo?

Le fascette potrebbero essere finite nel famoso zainetto scolastico che non è stato ancora trovato. La presenza dello zainetto in casa avrebbe provato che il 29 novembre non si recò a scuola: da qui, in linea teorica, l'esigenza di farlo sparire. Per provare questa ricostruzione in sede processuale servono però le prove e sarà compito della magistratura trovarle.