Non sono sfuggiti ai massmedia, ma neanche ai giudici che seguono il caso Loris Stival, i bizzarri comportamenti della madre, la 26enne Veronica Panarello, che, si apprende ora, aveva chiuso il suo account Facebook proprio il giorno prima della morte del piccolo. Solo un caso? Aggiungiamo che nei giorni successivi la donna prese, chissà perché, l'iniziativa di riaprire l'account (era il 1° dicembre 2014). Dà molto da pensare la preoccupazione di una madre che, morto il figlio, decide di riaprire il suo account anziché di pensare ad altro. Si è appreso che il marito aveva la password, ma l'importanza di questo particolare è relativa poiché sappiamo che i messaggi scambiati nella chat di Facebook possono essere cancellati definitivamente in qualsiasi momento.

La verità, secondo i giudici, è che la donna utilizzava anche un secondo account segreto per le sue comunicazioni, al punto che viene il sospetto che la giovane avesse un amante, cosa che resta comunque da dimostrare.



Ma cosa è successo esattamente il 29 novembre 2014
? La donna si era preparata con molta cura, si era truccata e dava l'idea di dover vedere qualcuno che per lei contava molto. Il bimbo, di soli 8 anni, ma descritto come molto sensibile ed intelligente, aveva notato queste novità e manifestò in qualche modo la gelosia un po' morbosa che caratterizza i bambini piccoli verso sua mamma?



Viene il dubbio che la giovane mamma quel mattino dovesse incontrare una persona con la quale ci teneva a fare bella figura.

Sembra di capire, leggendo le motivazioni dei giudici del cosiddetto "Tribunale della libertà" e cioè del Riesame, che ha rigettato l'istanza di scarcerazione, che quel mattino il bambino si rivelò essere un problema di difficile gestione per la giovanissima madre, che invece non aveva avuto difficoltà a accompagnare il secondogenito all'asilo.





Incredibile, abnorme e disumana la reazione (secondo la tesi dei giudici) di Veronica Panarello che, forse in preda a un raptus rabbioso, aggredisce il figlio e lo asfissia utilizzando fascette da elettricista, mostrando però il peggio di sé nella lucida decisione successiva e cioè quella di dar vita a una sorta di messinscena per far ricadere la colpa della morte di Loris su un ipotetico pedofilo o maniaco che avesse incontrato la ferma resistenza di Loris Stival.





Oggi sembra incredibile, ma dopo avere ucciso il figlio e averne maldestramente occultato il corpo in zona vecchio mulino, la Panarello ha avuto la forza di recarsi a un corso di cucina in programma quel mattino, senza rivelare i segni di profondo turbamento che avrebbero dovuto caratterizzare quelle drammatiche ore. La condotta di Veronica Panarello rivela, dunque, un profilo psicologico tutto da analizzare: sarà possibile farlo meglio quando da Palo Alto arriverà l'o.k. per leggere la sua corrispondenza tramite messaggistica sui social network. I magistrati inquirenti stanno aspettando l'indispensabile autorizzazione.