In una "giornata normale" Silvio Berlusconi, in queste ore alle prese con le intercettazioni che vengono fuori dall'inchiesta sulle escort nella villa di Arcore e a palazzo Grazioli mentre era presidente del Consiglio dei ministri, conclude l'espiazione della pena alternativa (rimediata al processo Mediaset e in buona parte condonata dall'indulto) ai servizi sociali all'interno della casa per anziani Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

"E' stata una giornata normale quella di Silvio Berlusconi qui alla Sacra Famiglia", ha detto, interpellato dai cronisti, Generoso Simeone, portavoce dell'istituto per anziani alle porte di Milano, che ha spiegato che il presidente di Forza Italia, che dopo aver beneficiato di diverse prescrizioni di reati, dell'indulto e della messa in prova ai servizi sociali ha ottenuto la liberazione anticipata, prima di andar via ha salutato le persone anziane ricoverate che ha conosciuto in questi mesi di detenzione alternativa e ha stretto la mano al presidente della Sacra Famiglia Paolo Pigni.

"Era l'ultima volta - ha spiegato Generoso - che incontrava i nostri pazienti e il presidente Berlusconi li ha salutati, ma - ha puntualizzato - non ha portato loro regali".

Non ci sarebbero stati nemmeno particolari momenti di commiato e manco siparietti con le barzellette dell'ex premier. Da lunedì prossimo, 9 marzo, il leader di Forza Italia tornerà nuovamente in libertà dopo aver scontato 10 mesi in prova ai servizi sociali come pena alternativa al carcere. L'ex Cavaliere era stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale nel processo Mediaset e ha usufruito di 3 anni di sconto per indulto 2006, poi dell'affidamento in prova e infine della liberazione anticipata. Ora, dopo il no alla grazia da parte dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che certo non diventerà un sì con il nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella, a Berlusconi non resta che sperare in una svolta sull'approvazione dei ddl per la concessione di amnistia e indulto attualmente all'esame della commissione Giustizia del Senato dal quale è decaduto nei mesi scorsi per effetto della legge Severino.

Intanto, gli esponenti di Forza Italia continuano a difendere a spada tratta il presidente Berlusconi dopo la pubblicazione delle intercettazioni dall'inchiesta sul caso Ruby. "Questo voyerismo da buco della serratura mascherato da giornalismo - ha dichiarato in una nota Mara Carfagna, portavoce dei deputati azzurri - dimostra, ancora una volta, il corto circuito esistente tra potere giudiziario e informazione, tra giustizia e mass media, tra informazione giustizialista e processi mediatici". "La diffusione di intercettazioni che riguardano la sfera privata di Berlusconi al solo scopo di sottoporlo a un'ulteriore gogna mediatica - ha affermato Gabriella Giammanco, parlamentare di Forza Italia - è un atto di enorme inciviltà.

Queste conversazioni - ha sottolineato - non hanno alcuna rilevanza processuale". "Quanto sta accadendo - ha dichiarato la senatrice azzurra Maria Rizzotti in riferimento alla pubblicazione di alcune intercettazioni private tra l'ex premier e Giampaolo Tarantini - non solo è gravissimo, ma dimostra i limiti del nostro sistema democratico in cui vige il principio dei due pesi e delle due misure". "Probabilmente - ha detto la deputata di Fi Renata Polverini - le intercettazioni in Italia sono diventate uno strumento di lotta politica, altrimenti non si spiega la diffusione delle conversazioni private di Berlusconi".