Riprende questa settimana in commissione Giustizia al Senato della Repubblica l'esame congiunto dei quattro disegni di legge per la concessione di amnistia e indulto contro il sovraffollamento carceri. Dopo lo stop di dicembre e gennaio la commissione di Palazzo Madama presieduta dal senatore Francesco Nitto Palma, di Forza Italia, prevede all'ordine del giorno dei lavori di martedì, mercoledì e giovedì (10, 11 e 12 febbraio) la discussione sui quattro ddl presentati dai senatori Luigi Manconi, Luigi Compagna, Enrico Buemi e Lucio Barani dopo la sentenza Torreggiani del gennaio 2013 che condannò l'Italia per violazione dei diritti umani nelle carceri e dopo il messaggio alle Camere, nell'ottobre 2013, dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha più volte sollecitato al Parlamento l'approvazione di indulto e amnistia.
I relatori dei quattro ddl sono la senatrice Nadia Ginetti del Pd per la maggioranza e il senatore Ciro Falanga di Forza Italia: i due sono stati invitati dalla commissione a presentare un testo unificato per amnistia e indulto ma ancora il ddl non è arrivato a Palazzo Madama.
Amnistia e indulto 2015, questa settimana esame ddl al Senato
A favore dei provvedimenti di clemenza generale ad efficacia retroattiva previsti dalla Costituzione italiana, la cui approvazione è di competenza parlamentare e non governativa, dovrebbe essere anche il nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella che ancora però, pur avendo parlato di giustizia nel suo discorso di insediamento al Quirinale, non ha fatto conoscere la sua posizione su amnistia e indulto 2015 sollecitati in particolar modo dai Radicali italiani con in testa Marco Pannella e Rita Bernardini e auspicati da Forza Italia e soprattutto dall'ex premier Silvio Berlusconi con dopo avere beneficiato di prescrizioni, indulto, servizi sociali e liberazione anticipata spererebbe in un'amnistia per poter risolvere alcuni suoi guai giudiziari.
Va ricordato tuttavia che il nuovo presidente della Repubblica, già nel 2006, votò in Parlamento, come del resto anche l'attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando, il provvedimento di indulto di tre anni sui reati commessi fino al 2003.
Quella legge di indulto, varata quando alla guida del governo c'era l'allora leader dell'Ulivo Romano Prodi, era stata sollecitata nel 2002 con un appello di Papa Giovanni Paolo II.
Anche Papa Francesco, a dire il vero, pur non citando espressamente indulto e amnistia, ha più volte indicato la via della clemenza generale per far fronte alla drammatica situazione carceraria che il Governo Renzi comunque ritiene superata. Il Pontefice - dopo aver telefonato a Pannella mentre scioperava per indulto e amnistia - ha detto, anzi, di più paragonando l'ergastolo alla pena di morte che chiede di abolire e ha definito ingiusta la carcerazione preventiva di cui si fa largo abuso in Italia, anche se l'esecutivo su questo fronte ha introdotto nuove norme che rendono più stringenti le norme per l'applicazione della custodia cautelare in carcere.
Ma le leggi sui cui sperano soprattutto i detenuti - soprattutto chi non ha i requisiti per poter beneficiare della nuova legge sulle pene alternative o del decreto svuota carceri - sono quelle di amnistia e indulto che potrebbero condonare o estinguere i loro reati. Le speranze per loro si erano accese l'8 ottobre del 2013 dopo il messaggio di Napolitano, rimasto però senza risposta nel 2014. Sarà il 2015 sarà l'anno della svolta su amnistia e indulto?