La richiesta di scarcerazione per Padre Gratien, il sacerdote congolese accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia il primo maggio 2014, è stata respinta, come del resto si poteva immaginare: resterà quindi dietro le sbarre il sacerdote che gli inquirenti ritengono colpevole di omicidio e di soppressione di cadavere. Non è affatto di questo avviso l'avvocato della difesa, Luca Fanfani che parla di ricostruzione dei fatti assolutamente infondata: secondo il legale, la sparizione della mamma di Ca' Raffaello è da ricondursi ad un suo tentativo di fuga che potrebbe essere finito male.
In realtà ci sono degli indizi e delle testimonianze che potrebbero avvalorare la tesi che il prelato non possa essere ritenuto responsabile della scomparsa della casalinga.
Due testimonianze smentirebbero le accuse rivolte a Padre Gratien
Gli investigatori ritengono che la cinquantenne possa essere stata uccisa tra le 13 e quarantacinque e le 14 e trentacinque circa di quel primo giorno di maggio, ma sono state raccolte due deposizioni che smentirebbero di fatto tale ipotesi. La prima è quella di una parrocchiana che afferma di essersi intrattenuta a parlare con
Padre Gratien, poco dopo le 14 e 30; inoltre anche
il marito di Guerrina, Mirco Alessandrini, sostiene che alle 14 e venti la moglie si trovava ancora a casa, per poi uscire vestita in maniera molto elegante.
Aveva qualche appuntamento con qualcuno? Stando a queste dichiarazioni, l'orario in cui sarebbe stato commesso il delitto non può essere lo stesso indicato dagli inquirenti.
Padre Gratien: 'Non l'ho uccisa, lo Stato non mi crede'
C'è qualcosa che non va ed ecco perchè la difesa insiste sull'innocenza di
Padre Alabi. Intanto, il prete africano è uscito dal proprio silenzio e, subito dopo aver appreso del rigetto dell'istanza di scarcerazione da parte del Tribunale del Riesame di Firenze, ha dichiarato di non aver ammazzato
Guerrina. Il sacerdote si considera vittima di un errore giudiziario: 'Sono innocente, ma lo Stato italiano non mi vuole credere: qualsiasi cosa io possa dire a mia discolpa, non vengo creduto'. Queste le laconiche parole di
Padre Gratien che ribadisce la sua estraneità al delitto: l'uomo non è certamente uno 'stinco di santo', visto che non si possono certamente definire 'moralmente casti e puri' certi suoi comportamenti. Diversi interrogativi, comunque, non hanno ancora trovato risposta, primo fra i quali quello riguardante la morte o meno di
Guerrina Piscaglia.