Alcuni momenti di storia dell’ultima parte del novecento sono identificabili attraverso una fotografia, uno scatto che nell’attualità del momento storico al quale appartiene è capace di generare una scossa forte nell’opinione pubblica e stimolarla alla riflessione verso il dramma che si sta consumando in quel momento, attraversando poi il tempo necessario alla memoria di renderla tale quella immagine diventa icona stessa di quel fatto storico.
Si tratta di foto dove il soggetto è rappresentato da bambini e per questo ogni volta anche sempre al centro della polemica al momento della loro pubblicazione, per rendere l’idea ricordiamo la foto più famosa della guerra in Vietnam: l’immagine dei bambini che correvano lungo la Route 1 vicino a soldati sudvietnamiti, scattata l'8 giugno 1972 da Huynh Cong, fotografo dell’Associated Press.
L’emergenza immigrazione e la potenza di una foto
Nel nuovo millennio accade ancora lo stesso e la forza di un immagine continua ad essere un mezzo di comunicazione potente e ovviamente ampliato dalla tecnologia, ed ecco allora che la foto del bimbo morto in riva al mare di questi giorni ha commosso il mondo mettendolo di fronte alla drammaticità della questione, dove altre immagini recenti altrettanto forti come il tir in Austria con 71 migranti al suo interno senza più vita non hanno provocato lo stesso effetto.
L’emergenza immigrazione chiede interventi concreti e rapidi, le dimensioni della crisi e della sofferenza delle persone sono oltre i limiti, e la situazione è soggetta ad una moltitudine di oscillazioni geopolitiche ed economiche, una crisi quella che produce l’immigrazione dal Medio Oriente e dal Nord Africa che, come afferma in una intervista esclusiva alla Abc il capo di stato maggiore delle forze armate Usa, generale Martin Dempsey, può durare anche 20 anni.
Il Bayern Monaco apre un campo di allenamento per bambini e giovani profughi
E allora c’è necessità di solidarietà e interventi immediati da parte di tutti, in questo senso un esempio importante da imitare e seguire arriva dal mondo dal calcio, un mondo che potrebbe attuare iniziative importanti e coinvolgere tanta gente grazie alla sua notevole cassa di risonanza, ad attivarsi in questo discorso è una delle società più importanti al mondo: il Bayern Monaco.
In Baviera in questi giorni sono giunti migliaia di profughi e migranti e la squadra campione di Germania ha annunciato una serie di iniziative per dare il suo contributo nell’affrontare l’emergenza, come riferisce l’agenzia di stampa balcanica Tanjug, il Bayern, oltre che a mettere a disposizione immediata un milione di euro, aprirà un campo di allenamento per bambini e ragazzi profughi dove questi potranno allenarsi, ricevere pasti e lezioni di tedesco e alla ripresa del campionato il prossimo 12 settembre, ora fermo per gli impegni della nazionale, il Bayern Monaco entrerà in campo con i propri giocatori che terranno per mano piccoli profughi insieme ad altri bambini tedeschi: iniziative lodevoli e importanti che se estese ad altri club potrebbe dare un grande contributo di solidarietà all’odissea di questi ragazzi.