Carenza nella produzione delle derrate alimentari e, dunque, povertà assoluta sono le conseguenze di una perdurante siccità in cui versa l'isola caraibica. Le condizioni di vita, nell’ultimo triennio, sono ulteriormente peggiorate e la gente è sempre più ridotta alla fame. Una summa di fattori difficili, fatta di fenomeni climatici come El Niño, gli strascichi del terremoto del 2010 e gli effetti di un passato politico infelice.

Un quadro complessivo, quello attuale, che vede duplicato il numero delle persone prive di un normale accesso al cibo. A fare il punto della situazione è il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme - WFP) dell'Onu che, in un dispaccio, conta oltre 3,5 mln di haitiani in condizioni estreme. Il ‘Programma’ fa riferimento all’Emergency Security Assessment, voluto anche dalla Food and Agricultural Organization e dal coordinamento Nazionale della sicurezza Alimentare, dal quale si evince come la produzione agricola isolana ha visto una flessione pesante, fino a toccare un meno 70%, solo nell’ultimo anno.

La popolazione haitiana è alla fame

Il comparto agricolo occupa metà della popolazione e tre quarti della cittadinanza è costretta a sopravvivere con meno di 2 USD al giorno. Tutto ciò mentre El Niño, uno dei fenomeni climatici più potenti mai registrati, continua ad imperversare da tempo. Ora però, ha messo in ginocchio definitivamente l'approvvigionamento alimentare non solo ad Haiti, ma in tutte le parti più a rischio del globo. Da queste considerazioni parte la previsione del WFP che ha deciso di incrementare i propri aiuti alimentari. La nuova pianificazione prevede l'integrazione di contanti in cambio di beni, relativamente a programmi per la tutela e gestione di invasi idrici oltre al mantenimento delle terre da coltivazione.

Si prevede l'estensione delle misure a circa 200 mila cittadini, 30 mila dei quali sono già stati raggiunti perché insediati nelle zone più depresse dell’isola e, quindi, a più immediato rischio. Gli alimenti più distribuiti sono quelli basilari tra cui zucchero, legumi, riso e olio.

Questi aiuti sono indispensabili almeno fino al prossimo raccolto che, se non vi saranno ulteriori problemi, avverrà a metà dell'anno in corso. Si tratta di lenire le sofferenze complessivamente di un milione di isolani, e per compiere questo sforzo servono 84 milioni di dollari, provenienti totalmente da donazioni volontarie.