Oltre 60 morti e almeno 100 feriti, questo è il numero che si registra dopo l'attentato avvenuto a Damasco. Lo Stato Islamico ha rivendicato l'attacco che è avvenuto nei pressi del mausoleo sciita di Sayyida Zeinab, nella zona sud della Capitale. Questo mausoleo è un luogo importante di culto e pellegrinaggio per gli sciiti. I terroristi (è quanto riferisce l'agenzia di Stato Sana) hanno fatto esplodere un'autobomba nei pressi di una stazione per autobus ed in seguito hanno aspettato che le persone si recassero per aiutare i feriti per riattaccarli con due kamikaze, che si sono fatti saltare in aria.

Ecco perché lo Stato Islamico ha attaccato  il mausoleo 

Il mausoleo è stato già preso di mira in passato con un attacco, nei pressi di un posto di blocco che causò la morte di quattro persone e oltre dieci feriti. Il mausoleo è il posto dove è stata sepolta la nipote del profeta Maometto ed è una grossa meta di pellegrinaggio per il popolo sciita, non solo siriani.

In Siria si sta cercando di chiudere questi conflitti che solo male alla popolazione stanno portando; non a caso una delegazione dell'Alto comitato dell'opposizione siriana, ieri a Ginevra, è arrivata per far parte dei colloqui inter-siriani.

Ma questi colloqui non saranno facili da gestire. Il portavoce della coalizione, Salem al Meslet, dichiara: 'vogliamo che queste negoziazioni siano efficaci per la pace, ma notiamo poca serietà nel regime'.

Staffan De Mistura, inviato dell'Onu, si considera ottimista dopo la conclusione dell'incontro con i rappresentanti dell'opposizione. De Mistura ritiene che questi colloqui sono degli eventi storici e che questo tipo di occasioni non dovrebbero essere sprecate.

Federica Mogherini, rappresentate della Ue per gli affari esteri e per la sicurezza, ha condannato l'attentato a Damasco, definendolo un segnale inequivocabile per creare difficoltà nei dialoghi di pace. Per restare sempre aggiornati sulle notizie in primo piano, in alto sopra il titolo trovate il pulsante 'segui'.