Si sono svolgi oggi 15 settembre 2016 a Casalnuovo di Napoli, i funerali della trentunenne Tiziana Cantone, che si è tolta la vita impiccandosi con un foulard nel pomeriggio del 13 settembre. Si era uccisa per la vergogna e le offese ricevute, dopo la pubblicazione sui social di alcuni suoi video hard da parte di alcuni "amici".

La mamma: "Mia figlia non meritava di morire per la cattiveria umana"

La mamma della ragazza, che all'arrivo della bara in chiesa ha accusato un leggero malore ed è stata sorretta da alcuni famigliari,  al termine della cerimonia funebre ha dichiarato: "Mia figlia non ha mai tradito nessuno e non meritava questo.

Tiziana era una ragazza dolcissima e buona. Aveva dei sani principi e ne aveva passate tante. Ora ridatele un po' di dignità. Mia figlia non meritava di morire per la cattiveria umana". All'uscita della salma, dalla chiesa di San Giacomo, Tiziana è stata salutata dal lancio di palloncini bianchi e da numerosi applausi. Del papà non si fa cenno, che come ha detto la madre, "non si è mai interessato alla vita della figlia".

In quattro finiscono nel registro degli indagati per diffamazione

Intanto i quattro giovani, a cui la Cantone diede i filmati "hot", sono indagati per diffamazione, gli stessi che furono querelati dalla ragazza e che finirono nel registro degli indagati lo scorso anno.

La Procura inoltre ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.

Condannata dal giudice a pagare 20 mila euro

Il giudice le aveva dato ragione, costringendo i social a rimuovere i video che la riguardavano, e a pagare la somma di 320 euro, ma era anche costretta a pagare 20 mila euro circa, per le spese legali a cinque siti. Per quanto riguarda le spese, il giudice aveva stabilito che Facebook e altri tre individui dovevano pagare 320 euro ciascuno per esborsi oltre 3645 euro per compensi professionali. La trentunenne era costretta a rimborsare per le spese legali, 3645 euro ciascuno nei confronti di "Appideas, Citynews, Youtube, Yahoo e Google", più il rimborso delle spese generali nella misura del 15 per cento sul compenso.