La notizia arriva da una fonte più che attendibile. Il Cenapred è il Centro nazionale di prevenzioni e disastri messicano che monitora il Popocatépetl 24 ore su 24: il vulcano è prossimo all’esplosione.
Potrebbe verificarsi nei prossimi giorni o nelle prossime settimane ma i dati raccolti durante l’ultimo sorvolo, lo scorso 12 dicembre, non lasciano dubbi in proposito. Le riprese video, disponibili anche online, mostrano il cratere quasi interamente pieno di magma. Una cavea di circa tre milioni di metri cubi tappati da una cupola che sta per cedere.
Si susseguiranno una serie di esplosioni come quelle che si sono verificate a febbraio e marzo 2015.
Sul proprio sito il Cenapred segnala un allerta giallo, corrispondente a due su una scala di tre. Sono scattate anche le contromisure che vengono adottate in questi casi per evitare la perdita di vite umane. Per cui sono stati invitati i turisti a non avvicinarsi troppo al vulcano e tanto meno al suo cratere. È un’eventualità tutt’altro che remota la caduta di massi piroclastici, cioè “palle di fuoco”. In preallarme anche la Protezione civile.
Il 'grande Popo' ha uno strano e micidiale carattere
Tra le tante misure di sicurezza che dovranno adottare i cittadini in caso di Eruzione, molte sono dettate dall’ovvietà altre da un’esperienza più specifica:
- coprire naso e bocca con un panno umido o mascherine chirurgiche;
- pulire gli occhi e la gola con acqua pura;
- usare occhiali con montatura ed evitare le lenti a contatto, per evitare l'irritazione degli occhi;
- chiudere le finestre o tapparle il più possibile e rimanere all'interno della casa.
L’impronunciabile termine Popocatépetl, significa montagna che emette vapore in un dialetto proveniente dalla lingua degli atzechi, il nahuatl.
Il “grande Popo”, come lo chiamano familiarmente i messicani, è un colosso di 5425 metri, secondo vulcano del sudamerica. Si trova a 70 chilometri da Città del messico, nella regione di Puebla. La sua attività vulcanica è piuttosto anomala. Le sue eruzioni disastrose non sono frequentissime, 18 dal 1354, anche se una violentissima risale ad appena 16 anni fa.
Eppure è tra i vulcani più attivi del Messico e, nonostante queste lunghe tregue, con le sue manifestazioni minori riesce a devastare regolarmente le zone circostanti, minacciando potenzialmente i centri abitati.
Le devastanti colate di fango
Di questo pericolo è convinto il geologo Mike Sheridan, professore emerito dell’università di Buffalo che, insieme al altri suoi colleghi, ha dimostrato il rischio concreto delle micidiali colate di fango di spazzare via intere le città.
La colate di fango, conosciute anche con un termine indonesiano, Lahar, sono un particolare fenomeno vulcanico provocato dallo scioglimento dei ghiacciai perenni della montagna, causato dall’innalzamento termico dell’eruzione. Le acque sciolte si miscelano con le ceneri laviche e insieme producono un fango che lungo il suo percorso travolge tutto quello che trova, compresi massi di grandi dimensioni e precipita a valle con la consistenza del cemento. Le colate di fango sono caratteristiche non solo del Popocatépetl ma anche di molti altri.
Il vulcano messicano è famoso, anche, per i continui avvistamenti di Ufo. Il 9 giugno 2014 il Cenapred filmò un Ufo che veniva fuori dal cratere del vulcano.
Secondo il Daily Star, sarebbe stata catturata, nientemeno, che l'immagine del volto di un alieno nella colonna di fumo del vulcano messicano. L'elenco degli avvistamenti è lunghissimo tanto da far pensare che, se fosse vero, gli alieni hanno piazzato una base aerospaziale all'interno del "grande Popo".