In una breve intervista rilasciata a caldo, il Gran Maestro della loggia massonica più conosciuta d'Italia, il Grande Oriente d'Italia, prende le distanze da Giulio e Francesca Maria Occhionero, fratello e sorella arrestati questa mattina dalla Polizia Postale e accusati di aver spiato numerosi politici italiani.

"Siamo delle vittime, non li conoscevo"

In effetti, le indagini hanno chiarito che anche Stefano Bisi finì oggetto di intercettazioni dell'organizzazione che spiava figure di grande rilevanza, come gli ex Presidenti del Consiglio Matteo Renzi e Mario Monti.

Il Gran Maestro non usa mezzi termini, nei confronti dei due "fratelli" - entrambi risultavano iscritti alla loggia Paolo Ungari - Nicola Ricciotti' di Roma, a sua volta parte del G.O.I - tanto da decretarne la sospensione. La decisione ultima, spiega Bisi, potrebbe essere la definitiva espulsione, ma solo dopo i dovuti approfondimenti sul caso da parte degli organi di garanzia.

In cinque anni spiati più di 18 mila target, c'è anche il cellulare di Renzi.

Da quanto si apprende dalle indagini, i due fratelli avrebbero collezionato dati e informazioni su oltre 18 mila obiettivi, la maggior parte dei quali di rilevanza politica e militare.

Le accuse della Procura di Roma vanno dal "procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato" alla violazione dei sistemi informatici, fino alle illecite intercettazioni di comunicazioni sensibili; in pratica, l'intero sistema di potere dello Stato era stato messo sotto controllo. Tutto cambia nel Maggio 2016, quando viene notata una mail sospetta indirizzata all'ENAV, l'Ente Nazionale per l'Assistenza al Volo, contenente un malware auto-installante. Da lì gli investigatori sono riusciti a risalire alla coppia di informatici, fino ad individuare un vero e proprio "centro di ascolto" situato nel centro di Roma.

Tanti i politici spiati, come ad esempio Piero Fassino, Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, ma anche personalità come il cardinale Ravasi; tra gli obiettivi violati figura anche l'account Apple di Matteo Renzi.