Sono passati trecentosessantacinque giorni dalla scomparsa del ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo. Il presidente della sezione italiana di Amnesty International, prof. Antonio Marchesi, fa il punto della vicenda e della campagna "Verità per Giulio in un'intervista a Blasting News.

'Il timore è che non si arrivi fino in fondo, ma ci si fermi a una verità di comodo. Il Governo italiano non ha fatto molto'

Marchesi, qual è la situazione delle indagini a un anno di distanza?

"Per quanto riguarda la ricostruzione della verità sulla morte di Giulio Regeni, la situazione è ancora in alto mare. Ci sono due indagini parallele, una in egitto e una in Italia; quella italiana dipende dalla prima. Le due procure hanno avuto un rapporto di alti e bassi. A dicembre, la procura egiziana ha accettato di consegnare la documentazione richiesta da Roma, tra cui anche il video dell’incontro tra lo stesso Regeni e Mohammed Abdallah, capo del sindacato degli ambulanti egiziani.

Questo potrebbe rappresentare un passo in avanti."

Qual è la sua impressione sugli sviluppi delle indagini?

"Il mio timore è che non si arriverà fino in fondo, ma ci si fermerà a una verità di comodo accusando qualche esecutore. La procura egiziana deve indagare il proprio Governo, ridimensionando, ad esempio, il ruolo di Mohammed Abdallah e capire piuttosto a chi doveva rendere conto. Anche la pressione dell’Italia deve andare in questa direzione."

A questo proposito, il Governo italiano come sta contribuendo alla ricerca della verità?

"Al di là delle dichiarazioni e del richiamo dell’ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari dopo il fallimento di un vertice, sul piano concreto non è stato fatto molto.

I rapporti economici e commerciali sono rimasti gli stessi, e la vendita di armi al regime di Al-Sisi non si è interrotta".

'Insufficiente l’impegno a livello europeo. Fondamentale la partecipazione dei cittadini'

Qual è stato invece il comportamento dell’Unione Europea?

"Anche a livello europeo l’impegno dei governi è stato assolutamente insufficiente, quasi nullo. A marzo il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per sospendere la cooperazione militare con l’Egitto, ma si tratta di una misura non vincolante, quindi non è stato fatto nulla in tal senso. L’Egitto è un interlocutore importante per i paesi europei, sul piano commerciale, economico, energetico e nella lotta al terrorismo.

Un interlocutore che si tende a non scomodare."

L’impegno di Amnesty International, invece, ha il merito di aver coinvolto l’opinione pubblica…

"Amnesty International nasce per sensibilizzare la società civile denunciando i casi di violazione dei diritti umani nel mondo. Non ci aspettavamo una reazione tanto forte da parte della cittadinanza. Con la nostra campagna Verità per Giulio Regeni siamo riusciti a mobilitare molte persone, oltre a tante scuole, università e comuni italiani. Il supporto dei cittadini è fondamentale per mettere pressione sui governi e sugli organismi competenti. Inoltre, nell’ambito della stessa campagna, abbiamo avviato una raccolta di firme per chiedere al generale Al-Sisi di fermare le sparizioni forzate in Egitto."