Avevano chiesto 11 anni i pubblici ministeri Turco e Mione per il noto banchiere, che ora dovrà scontare 9 anni di carcere. La pena in primo grado, decisa dal giudice Mario Profeta del Tribunale di Firenze e dal suo collegio, dopo una settimana di camera di consiglio, si riferisce al processo che Denis Verdini ha subito per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Verdini, senatore di Ala,ed ex presidente della banca in questione, è da oggi interdetto ai pubblici uffici, così come lo sono Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, i costruttori di Prato che sono stati condannati a 5 cinque anni e 6 mesi di reclusione.
L'altro imputato è il deputato di Ala Massimo Paris la cui condanna è di 2 anni e 6 mesi. Verdini è stato assolto dall'altra accusa di associazione a delinquere mentre la condanna si riferisce alla bancarotta e truffa ai danni dello Stato. Inoltre gli imputati dovevano anche rispondere all'accusa di truffa relativa ai fondi dell'editoria andati alla Società toscana edizioni, che pubblicava Il Giornale della Toscana e Metropoli Day. Verdini era assente durante la lettura della sentenza ed è stato avvisato via telefono dai suoi legali. Uno di essi, Ester Molinaro, dichiara che sono pronti a combattere in appello perchè vogliono dimostrare che non esistono associazioni tra Verdini e gli altri imputati e che le accuse sono infondate.
Le accuse
Il parlamentare è stato accusato di usare la sua banca "come un Bancomat" e di utilizzare i contributi pubblici per attività di tipo editoriale o per "affari di amici". Gli sono state mosse le accuse di associazione a delinquere, appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta, nonchè truffa ai danni dello Stato. L'accusa dichiara che Verdini concedesse finanziamenti milionari senza garanzie ma solo sulla base di contratti preliminari fittizi, per elargire denaro a persone a lui vicine, per un importo vicino ai 100 milioni di euro. Dice inoltre che la decisione fosse solo dell'ex parlamentare in quanto i membri del consiglio di amministrazione si limitavano ad eseguire le sue decisioni.