Tante volte si è parlato dei tempi esageratamente lunghi dei processi. Stamane si è pronunciata la Corte di Cassazione in merito all'omicidio di Sarah Scazzi. Sentenza che rappresenta l'ultimo passaggio dell'intero iter giudiziario durato circa sette anni. Altri processi invece, riescono a cadere in prescrizione senza arrivare “a far giustizia”. Il grave fatto è accaduto a Torino, dove la Corte d'Appello doveva esaminare la condanna a dodici anni comminata nel 2007 allo stupratore di una bambina di appena 7 anni. Ma gli atti sono rimasti arenati tra le lacune delle leggi e le cassette del “lavoro arretrato” senza neanche una sentenza di secondo grado.
A questo punto, ieri mattina il giudice Paola Dezani ha emesso la difficile sentenza di prescrizione del reato. Quindi l'aggressore rimarrà libero e impunito.
“Dovremmo chiedere scusa alla vittima e al popolo italiano”
Parole pesanti, ammissione di colpa. La Corte d'Appello di Torino ha dovuto prosciogliere l'imputato a causa del troppo tempo trascorso tra il primo grado di giudizio e il secondo. Ben 9 anni. Di conseguenza, per le leggi italiane non rimaneva altro che archiviare il caso. Nel frattempo, attenendosi al Codice di Procedura, l'Aula aveva convocato la vittima per ascoltare la sentenza finale. Ma la ragazza, che ormai ha già compiuto 27 anni, ha rifiutato l'invito. -”Voglio solo dimenticare”- avrebbe risposto ai giudici in una missiva.
Un caso nato male
Nel lontano 1997 un uomo era stato portato davanti al Tribunale di Alessandria con l'accusa di aver inflitto maltrattamenti e commesso numerosi atti di violenza sessuale sulla figlioccia di sette anni. All'epoca le indagini si chiudevano con la condanna dell'uomo solo per i maltrattamenti e non per il reato di stupro.
In seguito, gli atti finirono presso la Procura di Torino, la quale soltanto nel 2007 riesce a condannarlo a 12 anni di reclusione. Tuttavia, c'è stato un clamoroso errore, il patrigno non era recidivo, e questo particolare ha dato luogo all'immediato appello. Purtroppo la sentenza di secondo grado non arriverà mai, fino alla prescrizione.
-”Questa è un'ingiustizia per tutti, in cui la vittima è stata violentata anche dal sistema”- ha ammesso il presidente della Corte d'Appello di Torino. Ora, sul caso indagano gli ispettori inviati dal ministero. A voi i commenti.