Quando il Maestro Pietro Cascella, uno dei massimi scultori italiani dell’era moderna, ha costruito, nel 1986, la sua ‘Nave’, la fontana monumentale esposta prima in piazza Santa Croce a Firenze, e poi regalata, nel 1987 alla sua città, Pescara, non avrebbe mai pensato di vederla ridotta a una ‘vasca da bagno’. Ed è invece quello che è successo pochi giorni dopo il Ferragosto nel capoluogo adriatico, nella centralissima e affollatissima piazza Primo Maggio, nel cuore della riviera nord, dove la fontana è collocata da trent’anni.

Il bagno 'galeotto'

I protagonisti dell’episodio sono due uomini extracomunitari, volti noti nella città del Vate per far parte del nutrito gruppo di senzatetto che quotidianamente dorme nei giardinetti della vicina stazione ferroviaria. I due, in pieno giorno, dinanzi a un pubblico "privilegiato" di centinaia di bagnanti presenti nell’antistante spiaggia libera, si sono tranquillamente spogliati, mantenendo solo i boxer, e si sono immersi nella fontana sino al ginocchio, inoltrandosi all’interno della vasca sino a raggiungere la scultura, per sedersi sul nobile marmo di Carrara, scelto dal Maestro Cascella per esprimere la solidità e la forza del ‘suo’ popolo pescarese.

Una volta accomodati sulla prua della galea di marmo, i due hanno cominciato a lavarsi, con grande accuratezza, esattamente come se fossero sotto la doccia di casa, facendo attenzione a non tralasciare alcun punto del proprio corpo. Per poi tirare fuori bagno schiuma e shampoo e insaponarsi ben bene capelli e corpo. E infine di nuovo sotto gli spruzzi della fontana della Nave per sciacquare e togliere ogni possibile residuo di sapone. Il tutto mentre decine di passanti si fermavano sconcertati per riprendere con il cellulare la scena, tra il divertito e lo stupore, e i due uomini che, niente affatto inibiti da quelle riprese, continuavano le proprie pulizie.

La reazione delle Associazioni cittadine

I video, rimbalzati sui social, sono divenuti immediatamente virali, facendo rapidamente il giro del mondo, e soprattutto scatenando le polemiche di chi ha immediatamente puntato il dito contro l’assenza di vigilanza e di controlli sul lungomare in un giorno di piena estate, in una città che vive, o ambirebbe a vivere, di turismo e di immagine. “Quello cui tutta la città ha inevitabilmente assistito – ha scritto in proposito Armando Foschi, membro l’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’, in una nota indirizzata al Prefetto della città Adriatica Francesco Provolo - è solo l’ennesimo esempio di una decadenza e di un disagio sociale che dilagano senza alcun potere di controllo da parte delle Istituzioni. Per contenere il fenomeno ormai è necessario pensare all’impiego dell’Esercito, prima che da semplice disagio si passi a criminalità, ricordando che il passo è davvero breve”.