Si è cittadini, con diritti e doveri, anche quando si è in shorts, bikini o topless su una spiaggia. Per questo i Verdi hanno messo a disposizione un 'Manuale di autodifesa del bagnante', con le indicazioni dei diritti di chi va in spiaggia e delle regole di buon comportamento per rispettare l'ambiente mentre ci si rilassa.
Pochi sanno ad esempio che si può accedere in uno stabilimento balneare, per raggiungere il mare o stare lungo il bagnasciuga, anche senza pagare il biglietto. Chi volesse essere pignolo, può citare la legge 27 dicembre 2006, n.
296, precisando che l'obbligo di passaggio gratuito è stabilito dall'articolo 1, al comma 251. Non si può ovviamente prendere un lettino senza pagare il biglietto del gestore dello stabilimento, ma chi volesse impedirvi di attraversare lo stabilimento stesso per arrivare al bagnasciuga (che non fa parte dell'area su cui viene data la concessione per lo stabilimento balneare) può essere denunciato. L'accesso al mare deve peraltro essere garantito durante tutto l'anno, anche nei mesi in cui lo stabilimento balneare è chiuso.
Una segnalazione o un esposto ben argomentato può essere inoltrato anche al Comune o alla Capitaneria di Porto competente per territorio nel caso in cui la spiaggia libera risulti sporca, perché la pulizia di tali aree è compito del Comune, eventualmente anche affidandola a privati.
In caso invece si trovi sporca la spiaggia di uno stabilimento, a risponderne sarà il titolare della concessione, perché tenere pulita la spiaggia è tra i suoi obblighi (anche d’inverno), ma la segnalazione/esposto va inviata sempre al Comune o alla Capitaneria di Porto di competenza.
Pamela Anderson non ha nessun dovere di essere presente a vigilare sulle nostre vacanze, ma una postazione di baywatch - con tanto di bagnino chiaramente identificabile e provvisto del necessario (un fischietto, il salvagente e un pattino o un battello rosso) -, è invece obbligatoria e deve essere presente ogni 100 metri.
Ove così non fosse lo si può segnalare a chi gestisce lo stabilimento balneare o la spiaggia libera attrezzata. A mali estremi, si può inviare una denuncia.
Ogni stabilimento balneare deve essere provvisto di accessi per disabili fino alla battigia, secondo quanto dispone la legge 104 del 1992 relativa ai diritti delle persone disabili, mentre l'utilizzo di qualsiasi benefit fornito dallo stabilimento è ovviamente a pagamento e comporta l'obbligo dello scontrino fiscale (altrimenti si configura una “frode fiscale” che può essere segnalata alla Guardia di Finanza).
In tema di prezzi, il Codacons ha stilato la lista delle spiagge più costose. Al 'Presidential Gazebo' al Twiga di Marina di Pietrasanta, ad agosto si arriva a pagare 1000 euro al giorno (ma tale cifra include la dotazione di televisione e musica) mentre una capanna all’Hotel Excelsior di Venezia viene 410 euro al giorno. Sul gradino più basso del podio delle spiagge più care c'è Porto Cervo, dove per l’affitto giornaliero di un ombrellone e 2 lettini ad agosto si pagano 400 euro. A seguire nella lista delle spiagge supercare ci sono Lerici (300 euro), Forte dei Marmi (fino a 290 euro), l’Argentario (150 euro) e il Salento (a Borgo Egnazia una 'cabana' costa 120 euro al giorno ma vengono serviti in spiaggia acqua no-stop e frutta).
In tema di rispetto dell'ambiente, la legge prevede che ove siano in corso costruzioni di immobili sul demanio, deve esserci un cartello con l'autorizzazione alla costruzione (se manca, si può inviare un esposto al Comune). E prevede ancora l'assoluto divieto di fognature a cielo aperto che scarichino in mare (chi le trovasse può inviare un esposto alla Procura della Repubblica, alla Provincia e al Comune).