Francesco Provolo, ormai noto come il ‘Prefetto della tragedia dell’Hotel Rigopiano’, in provincia di Pescara, è stato trasferito. Su decreto del Ministro Minniti, Provolo è stato rimosso dalla Prefettura di Pescara e trasferito a Roma, per assumere la carica di Direttore dell’Ufficio Ispettivo presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Al suo posto arriverà la dottoressa Gerardina Basilicata, proveniente dallo stesso Ufficio di Roma, ex Commissario di ferro di molte città del sud sciolte per infiltrazioni malavitose.
L'ordine di trasferimento del Prefetto Provolo
Tutto è successo in pochissime ore: appena ieri pomeriggio è arrivato a Pescara il dispositivo del Consiglio dei Ministri che ha ordinato il trasferimento immediato del Prefetto Provolo, un provvedimento che in molti hanno collegato alla tragedia di Farindola dello scorso gennaio, quando 29 persone hanno perso la vita in seguito a una valanga che ha investito l’Hotel Rigopiano. Un dramma inatteso che ha distrutto intere famiglie: il 17 gennaio 2017, nonostante un’abbondante nevicata in corso, 40 persone, che avevano prenotato qualche giorno di relax nella Spa della struttura alberghiera, raggiunsero la località grazie all’aiuto di un mezzo della Polizia Provinciale.
Nella notte la neve però superò i limiti di guardia, mettendo in allarme gli ospiti che il giorno seguente, dopo alcune scosse di terremoto, chiesero di poter lasciare la struttura. A impedirlo la strada completamente bloccata e l’assenza di una turbina per aprire un varco, fino a quando, nelle prime ore del pomeriggio, una valanga si staccò dalla montagna sovrastante travolgendo l’albergo.
Ventinove i morti, tra cui uno dei titolari della struttura ricettiva, e undici i sopravvissuti, tra cui due bambini rimasti orfani, e una intera famiglia.
La telefonata ignorata
A scatenare il dramma nel dramma è stato proprio il capofamiglia del nucleo sopravvissuto, padre, madre e due bambini: al momento della valanga il padre infatti rimase illeso e riuscì ad allertare il titolare del ristorante in cui lavorava chiedendogli di lanciare l’allarme.
L’uomo, lo chef Quintino Marcella, docente dell’Istituto Alberghiero di Pescara, telefonò in Prefettura dove una funzionaria, addetta alla Protezione civile, non credette alla sua richiesta di aiuto, sminuendone l’importanza e, di fatto, ritardando materialmente l’invio dei soccorsi, partiti troppo tardi e addirittura raggiungendo Rigopiano solo al mattino successivo. Sei gli indagati per quella vicenda, tra cui il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, e diversi tecnici e funzionari. Ma l’inchiesta, per ora, aveva lasciato indenne il Prefetto Provolo, finito nel mirino dei familiari delle vittime per il comportamento della funzionaria della Prefettura, rimasta al suo posto, e per aver dato comunicazioni errate nelle fasi dei soccorsi.
In particolare nelle ore del recupero di sopravvissuti e corpi, aveva comunicato alla famiglia Feniello che il loro ragazzo, Stefano, 28 anni appena, era vivo, e invece poi è risultato nella lista dei deceduti.
Le polemiche sulla Prefettura di Pescara
Da quel giorno la Prefettura di Pescara è stata al centro di polemiche e di attacchi, soprattutto da parte dei legali delle vittime che hanno sempre sottolineato le presunte responsabilità del Prefetto stesso. Il 19 ottobre scorso uno dei sopravvissuti, Giancarlo Matrone, rimasto invalido in seguito alla tragedia nella quale ha perso la moglie Valentina, è piombato negli uffici di Pescara per conoscere di persona la funzionaria che non aveva creduto all’allarme dello chef Marcella, pretendendo quelle spiegazioni e quelle scuse che, ovviamente, non sono arrivate.
E il blitz ha ulteriormente rintuzzato le polemiche. In quell’occasione la Procura, pur mantenendo il riserbo delle indagini, ha lasciato trapelare che prima della fine dell’anno sarebbero arrivati nuovi indagati per la tragedia dell’Hotel Rigopiano, e, poche ore fa, il primo terremoto con il trasferimento del Prefetto Provolo.
Le reazioni politiche
Intanto intervistato sul trasferimento del Prefetto di Pescara, stamane il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, anch’egli nel mirino dei familiari delle vittime, ha comunicato di “aver appuntato il suo numero di telefono in agenda. Ora che si trova negli uffici centrali dei Vigili del Fuoco, gli chiederò di collaborare con me per ottenere una nuova sede per la Caserma dei Vigili a Pescara”, rifiutando di entrare nel merito delle polemiche inerenti Rigopiano