Il caso di violenza sessuale avvenuto a Rimini nella notte tra venerdì e sabato è sicuramente il più efferato che sia stato registrato quest'anno nella Riviera romagnola (purtroppo non l'unico avvenuto in zona, come si approfondirà in seguito). La notizia tiene banco nelle primissime pagine dei quotidiani e telegiornali nazionali per il carattere particolarmente esecrabile del gesto: una coppia di amici polacchi di 26 anni è stata assalita da quattro ragazzi di età inferiore ai 30 anni, "dalla pelle olivastra (racconta il ragazzo, aggredito in malo modo dal branco ma in via di guarigione)", i quali hanno poi seviziato a turno la giovane fino all'alba, proseguendo poi verso la Tangenziale dove gli stessi hanno usato violenza a danno di una transessuale peruviana.

I due amici, che ieri avrebbero dovuto rientrare in patria insieme ad altri amici, sono stati prontamente soccorsi da alcuni bagnanti, tra i quali una prostituta, e hanno ricevuto l'assistenza sanitaria e psicologica di cui necessitavano.

I poliziotti confermano: abbiamo prove per identificare gli aggressori

Gli inquirenti hanno dichiarato che in queste ore gli agenti di Polizia di Stato del comune romagnolo stanno procedendo ad analizzare le fonti di prova rinvenute nelle vicinanze del luogo del delitto: tra queste vi sarebbero, oltre alle testimonianze delle vittime e della donna che ha soccorso la ragazza polacca (rimasta sconvolta, a suo dire, dallo stato psicologico pietoso in cui versavano i ragazzi al momento del ritrovamento), anche alcune riprese effettuate da telecamere a circuito chiuso di attività commerciali non lontane dal bagno 130 di Miramare, zona frequentata da orde di turisti e in cui, in queste ore, l'emergenza sicurezza si fa sentire maggiormente.

Gli operatori balneari della zona hanno raccontato, infatti, che l'ampio tratto di spiaggia difficilmente può essere illuminato a giorno dai lampioni; pertanto, l'ammonimento riportato sui cartelli con la scritta "vietato l'ingresso dalle 9 alle 5" non viene tenuto in conto dai turisti. Bagnini e addetti al ricovero degli attrezzi si alternano sull'arenile agli agenti in borghese, destinati a pattugliare la zona dopo il misfatto dello scorso weekend.

Alcuni precedenti che fecero scalpore anni fa.

Mentre la vicenda continua, direttamente o meno, a suscitare indignazione e sgomento nella pubblica opinione, conviene ricordare che le criticità (inevitabili) appena sopra richiamate hanno portato negli anni ad episodi analoghi non meno gravi, non solo posti in essere da delinquenti.

A quest'ultima categoria è da ascrivere il pesante scherzo operato un anno fa da alcune adolescenti a danno di un'amica completamente ubriaca: la ragazza è stata violentata da un giovane nei bagni di una discoteca, mentre le ragazzine provvedevano a filmare il gesto e a spedire il video ad alcuni conoscenti via Whatsapp. Il vile gesto costrinse la giovane ad abbandonare le scuole ed il paese di residenza per le persecuzioni successive al gesto.

Sulla stessa spiaggia, nella sola notte di Ferragosto del 2015, una ventenne monzese ed una ragazza locale vennero aggredite da due africani (un giovane senegalese ed un marocchino di 39 anni, prontamente arrestati e condannati); un anno più tardi un turista svizzero avrebbe aggredito una giovane inglese di 19 anni.

Da subito i funzionari della Questura riminese hanno provveduto ad istituire un'unità antistupro per contrastare il fenomeno divenuto nel tempo preoccupante, come richiamato dai casi appena elencati, che si riferiscono alle violenze effettivamente compiute e non a semplici tentativi. La richiesta delle Forze dell'ordine, indirizzata ai frequentatori di spiagge e locali, è di non abbassare mai la guardia e non sottovalutare i rischi che possono portare ambienti poco sicuri.