Era un volo partito da Palma de Mallorca e diretto a Luton, città a 51 chilometri da Londra. Invece, il comandante dell’aereo è stato costretto ad un atterraggio di emergenza a Parigi, anziché arrivare alla sua destinazione, ovvero all’aeroporto situato in Inghilterra. A costringere il pilota del volo EZY2278 allo scalo in Francia è stato il malore accusato da diversi passeggeri e dalla co-pilota del velivolo.

Ossigeno per la co-pilota

Secondo il racconto di alcuni passeggeri al quotidiano inglese Sunday Times, alla co-pilota è stato addirittura somministrato dell'ossigeno per il malore che ha accusato mentre era in volo.

Non solo, da un racconto emerge che un bambino, seduto alle spalle del membro dell’equipaggio, ha iniziato a vomitare. Atterrati a Parigi, i passeggeri sono stati fatti scendere dall'aereo e alcuni di loro si sono rivolti ai medici, mentre lo stesso co-pilota è stato trasportato in ambulanza in uno degli ospedali vicino all’aeroporto parigino. A bordo c'erano circa 100 persone, tutte costrette a lasciare l'aereo per evitare che fossero anche loro vittime del malore. La compagnia EasyJet, apparsa la notizia sul tabloid inglese, ha spiegato a cosa è stato dovuto il problema accusato dal co-pilota, da alcuni passeggeri e da un membro dell’equipaggio. Il malore alle persone sarebbe stato causato da una perdita di liquido idraulico che ha causato un forte olezzo ad alta quota, ma non si sarebbe mescolato con l'aria condizionata del velivolo.

Vista la situazione di emergenza il pilota ha deciso di atterrare a Parigi, non ritenendo opportuno arrivare fino a Luton per la gravità delle condizioni del suo co-pilota, che non era nelle condizioni di affrontare almeno un’altra ora di volo fino allo scalo britannico.

Le indagini interne della Easyjet

Dalla compagnia è stata esclusa la possibilità che le persone siano state colpite dalla sindrome aerotossica, ovvero quella causata dall'inalazione di aria contaminata.

La EasyJet ha tenuto a precisare che è una cosa assolutamente da escludere sui propri aerei. La compagnia aerea, contraddistinta dal suo colore arancione, è stata la prima a comunicare di voler installare filtri ad hoc per evitare che fumi velenosi possono arrivare sia nella cabina di pilotaggio che dove viaggiano i passeggeri.

Una comunicazione che ammette di fatto l’esistenza della sindrome aerotossica che era stata resa nota da una campagna mediatica da parte di associazioni di passeggeri in contrasti con le compagnie aeree che ne negavano l’esistenza.