‘Perché dovrei crederti?’ questa è la domanda con cui Veronica Ruggeri, inviata del programma Le Iene, inizia la sua intervista a Matteo, 37 anni, che ha raccontato di essere stato vittima di una violenza sessuale appena sedicenne.
La storia di Matteo è un nuovo tassello che va aggiungersi all’ormai immenso mosaico di molestie denunciate negli ultimi mesi da parte di donne ed uomini, abusi subiti da figure influenti legate al mondo dello spettacolo, a partire dall’ormai tristemente noto caso Weinstein, che sembra aver aperto il vaso di Pandora di quella che appare quasi come una terribile consuetudine di una realtà accecante.
Il racconto
Quello seduto davanti all’inviata delle Iene è un uomo visibilmente provato dal ricordo delle rivelazioni che ha deciso di offrire all’intero paese: Matteo sarebbe stato abusato da un volto molto noto nel panorama musicale, quello che lui ripetutamente definisce ‘un cantante famosissimo’, conosciuto da tutti.
Un segreto celato per ben vent’anni che, sulla scia delle testimonianze emerse in queste settimane, ha indotto la presunta vittima a rendere nota la vicenda, spinto dal trauma rappresentato dalla tematica ripetutamente affrontata e riportata ormai quotidianamente dai media e che, ogni volta, sembrava riaprire una ferita mai chiusa del tutto.
Tuttavia, al fine di cercare di comprendere fino in fondo quest’ennesimo caso di presunta violenza, Le Iene decidono di rivolgersi ad un esperto che offra i rudimenti pratici per analizzare un racconto del genere, lo psicologo e criminologo Angelo Zappalà, il quale sottolinea la difficoltà di riuscire a cogliere la verità in casi di presunti abusi.
Matteo racconta di quando, mentre studiava alla scuola alberghiera, aveva intrapreso uno stage presso un hotel a quattro stelle che, in occasione di un evento, aveva ospitato un gran numero di celebrità musicali, tra le quali il cantante sotto accusa.
La violenza
Il ragazzo, chiamato più volte dal suo presunto violentatore in camera, viene invitato ad intrattenersi e, in quell’occasione, la star lo avrebbe indotto a subire un rapporto sessuale completo; descrive l’assoluta arroganza e la disarmante sicurezza da parte di quell’uomo che avrebbe usato un minorenne per soddisfare i suoi capricci, per poi disfarsene con la massima nonchalance.
L'analisi del caso
Dalle indagini condotte dalla Ruggeri anche presso la struttura in questione, tutti i dettagli del racconto di Matteo sembrano corrispondere perfettamente, così come le sue reazioni che, sulla base delle linee guida offerte dal criminologo, non inducono a credere che il trentasettenne possa aver mentito.
Il nome del famoso cantante non verrà rivelato a termine del servizio, eppure restano i profondi dubbi che sembrano avere il sapore della verità che il racconto di Matteo porta con sé, e la risposta a quella domanda iniziale: ‘Perché non dovreste credermi?’