Sta facendo commuovere la storia della bambina che ha scritto una lettera a Papa Francesco per raccontare la triste vicenda dell’Embraco e della sua mamma che rischia di rimanere senza lavoro. Alcuni giorni fa è stata resa ufficiale la notizia che la multinazionale Whirlpool vuole chiudere la fabbrica di Chieri, in Piemonte, dove lavorano 537 persone. Di queste 537 si è deciso per il licenziamento di 497 dipendenti, quasi tutti, tra cui c’è anche la mamma della bimba che ha spedito una missiva al Pontefice in cui parla del momento difficile che stanno vivendo in famiglia.

La lettera scritta con gli occhi di bambina a Papa Francesco

La lettera spedita a Papa Francesco inizia più o meno così: “Ciao Papa Francesco, ho 10 anni e faccio la quinta elementare” per poi raccontare il dramma della mamma e dei suoi colleghi che rischiano il posto. L’innocenza nelle parole della piccola è palpabile: “Vedo la mia mamma sempre triste e con gli occhi lucidi che non sa come fare” scrive la bimba a Bergoglio, enfatizzando come deve essere brutto perdere il lavoro e trovarsi impotenti davanti a questo ostacolo della vita. Prima di mandare i suoi saluti al Papa, la bimba esprime il desiderio, quasi una preghiera, che tutto possa tornare come prima, che la sua mamma e i colleghi possano tornare al lavoro per “essere felici come prima, anche io”.

La missiva è accompagnata da un disegno che raffigura la Embraco chiusa con dei lucchetti e la mamma in lacrime mentre viene abbracciata da Papa Francesco. La piccola, nella lettera, chiede anche di poter incontrare Francesco e si rassicura che stia bene.

Il Papa incontrerà i lavoratori

Il Pontefice, che in questo momento si trova al Forum economico mondiale di Davos, accoglierà una minuta delegazione di operai della Embraco il prossimo 7 febbraio, la speranza è che i 497 operai possano avere qualche speranza di non perdere il posto e che l’azienda decida di non chiudere. In vista dell’incontro è stata consegnata anche la lettera della bimba.

Pochi giorni si era svolto un incontro con i sindacati ma non era servito a nulla e la multinazionale aveva ribadito di voler azzerare la produzione in Italia chiudendo il centro di Chieri entro quest’anno.

Addirittura il M5S ha chiesto che alla giunta regionale del Piemonte venissero restituiti i finanziamenti regionali dati al gruppo dopo la decisione drastica e la mancata responsabilità sociale dimostrata da parte dell’azienda.