Recentemente aveva fatto discutere il pestaggio di un carabiniere avvenuto a Piacenza, nel corso di una manifestazione antifascista e antirazzista indetta dopo l'apertura di una nuova sede di CasaPound nella città emiliana, e per protestare anche contro la sparatoria di Macerata. L'aggressione al militare aveva fatto decisamente scalpore, ed era stata condannata dalla maggioranza delle forze politiche sia di destra che di sinistra.
Stando a quanto riportato dalle cronache locali e nazionali, i presunti responsabili del pestaggio sono stati fermati e arrestati. Fondamentali, per la loro identificazione, sarebbero state le indagini condotte dalla Digos a Torino e a Piacenza.
I tre arrestati e i loro legami con l'estrema sinistra
Stando a quanto riportato da un articolo pubblicato sul "Corriere della Sera", i tre arrestati sono due giovani italiani, Lorenzo Canti e Giorgio Battagliola, e un ragazzo di origini egiziane, Moustafa Elshennawi. Tutti e tre sarebbero in contatto con gruppi e collettivi legati all'area dell'estrema sinistra antifascista.
Nello specifico, Canti sarebbe un simpatizzante del circolo Guernica di Modena, Elshennawi un attivista del sindacato "Si Cobas", mentre Battagliola sarebbe vicino agli ambienti No Tav.
La solidarietà degli antifascisti verso gli arrestati
L'arresto dei tre giovani ha generato il plauso di diverse forze politiche, specialmente di destra, mentre ha generato un certo malcontento tra i gruppi dell'estrema sinistra. Difatti, dopo l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Piacenza Adele Savastano, sono giunti diversi attestati di solidarietà da parte di alcuni gruppi e organizzazioni legate all'antifascismo militante. Tra questi, è arrivato un messaggio di sostegno anche dal circolo Guernica di Modena che, come ricordato in precedenza, era frequentato da Lorenzo Canti.
Questi episodi fanno temere il rischio di radicalizzazioni dell'attività politica extraparlamentare italiana, che vedono da un lato una forte avanzata dell'estrema destra di stampo neofascista, e dall'altra quella dei movimenti e gruppi antifascisti. Si teme, infatti, un ritorno al clima dei cosiddetti "anni di piombo", pericolo che andrebbe scongiurato, poiché proprio in questo periodo storico l'Italia non ha certamente bisogno di una nuova stagione di estremismo politico, basato su una netta e - in certi casi - anche violenta contrapposizione ideologica.