Era il lontano giugno 1973, ristorante "Cantagallo" zona Bologna. I camerieri si rifiutarono di servire a Giorgio Almirante frutta e caffè, con uno sciopero improvvisato. Quelli però erano altri tempi, e le ideologie politiche erano più estremiste e più forti rispetto a quelle attuali.

Gelataia: 'Io non servo i razzisti'

Oggi la storia si ripete, o almeno in parte. E' lo scorso martedì pomeriggio a Milano in piazzale Siena nella gelateria "Baci Sottozero", quando il leader della Lega, Matteo Salvini, entra nel locale e sta per ordinare il suo gelato.

Quel che accade lascia tutti senza parole: al momento di esercitare la sua scelta sui gusti, il politico si sente rispondere dalla gelataia con un secco: "Io non servo i razzisti". Dopo l'insolito rifiuto scoppia il putiferio e la pagina Facebook della gelateria viene letteralmente presa d'assalto. Il motivo? L'ipotetico licenziamento della ragazza dopo l'affermazione shock.

Rissa social sulla pagina Facebook

Sui social Cristina Villani, ex assessore di Forza Italia e qualificatasi come madre della ragazza, posta un richiamo (poi rimosso) a Matteo Salvini, in cui dice che la telefonata fatta da quest'ultimo al proprietario del locale ha causato il licenziamento della figlia.

Caos è fatto: sulla pagina Facebook della gelateria piovono accuse e cattive recensioni per aver mandato a casa la ragazza e aver dato retta a Salvini. Peccato questo non corrisponda a verità.

Risponde la titolare della gelateria

Infatti la notizia della telefonata è stata presto smentita dal portavoce della Lega: "Nessuno del nostro partito ha mai alzato il telefono per chiamare il direttore della gelateria". Dopo la pioggia di critiche, la stessa titolare della gelateria è stata costretta a rispondere pubblicamente alle accuse mosse contro di lei e a fare chiarezza sull'accaduto. E sulla solita pagina Facebook "Baci Sottozero" ha risposto con un lungo commento dando le proprie giustificazioni.

La titolare ha precisato che sono state le colleghe del turno a riferire il rifiuto della ragazza ad un cliente (Salvini) per diverse ideologie politiche. Per questa ragione la giovane, che in realtà era stata solo assunta in prova per dieci giorni, "E' stata richiamata dalla direzione come è giusto che sia". La ragazza non avrebbe accettato il richiamo e a quel punto si sarebbe levata la tenuta da lavoro senza neanche finire il proprio turno, allontanandosi con esclamazioni fuori luogo e senza fornire giustificazioni al proprio comportamento. Nella risposta ufficiale ha sottolineato ancora la titolare che la direzione non può che ribadire che qualunque cliente deve essere servito "Anche se di diversa ideologia politica".

Resta una domanda: a conti fatti, se di razzismo si parla, rifiutare di servire un determinato cliente per ragioni di ideologia, potrebbe essere considerato a sua volta una scelta 'razzista'?

Forse questa volta si è esagerato: si lasci lontana la politica dal gelato.